Federico Fellini, sceneggiatore, regista, “un artigiano che non ha niente da dire, ma sa come dirlo” come amava definirsi. Lo straordinario italiano che ha lasciato ai posteri decine di pellicole indimenticabili avrebbe oggi compiuto 92 anni.
Nato a Rimini il 20 gennaio 1920, Fellini è universalmente riconosciuto come uno dei più maggiori cineasti dell’intera storia cinematografica. Il regista viene da una famiglia della borghesia, figlio di Ida Barbiani, romana dell’Esquilino, casalinga e il padre, Urbano, rappresentante di liquori, dolciumi e generi alimentari di un piccolo paesino ai bordi della Via Emilia. Studia con profitto al Liceo Classico, durante il quale esprime il suo potenziale immaginifico e creativo con caricature e vignette, subito dopo però con la scusa dell’Università si trasferisce a Roma con la madre e i fratelli, dove, in realtà, vorrebbe tentare la carriera di giornalista.
Iscritto alla Facoltà di Giurisprudenza non sosterrà mai un esame. Federico Fellini, infatti, esordirà poco dopo il suo arrivo nella capitale, sul Marc’Aurelio, la principale rivista satirica italiana, diretta da Vito De Bellis. Come disegnatore satirico, ideatore di numerose rubriche (tra le quali È permesso…?), vignettista, e autore delle celebri “Storielle di Federico”, divenne ben presto una delle firme più importanti del periodico. Il successo lo porterà a conoscere molte persone importanti e a far conoscere il suo nome nell’ambiente romano.
Dopo le esperienze radiofoniche alla EIAR, l’Ente Italiano Audizioni Radiofoniche, come autore, nei primissimi anni ’40 conosce Tullio Pinelli, scrittore teatrale, col quale nasce un prolifico sodalizio professionale: Fellini mette le idee e gli schemi, Pinelli gli dà forma in una struttura testuale. I due sceneggiarono i primi grandi successi di Aldo Fabrizi, fcome “Avanti c’è posto…” e “Campo de’ fiori” di Mario Bonnard.
Finita la guerra, nel 1945 incontra Roberto Rossellini con il quale collaborerà alle sceneggiature di “Roma città aperta” e “Paisà”, le prime pellicole e forse più importanti del Neorealismo italiano.
Il debutto come regista (unico, nel 1950 aveva girato con Lattuada “Luci del varietà”) avverrà solo nel 1952 con “Lo sceicco bianco” e da li in poi la carriera del regista romagnolo è storia…
- I vitelloni (1953) Il racconto della vita di provincia di un gruppo di amici a Rimini. Con il quale vincerà il ‘Leone d’argento’ a Venezia, e il primo successo anche all’estero: Argentina, Stati Uniti, Francia e Inghilterra
- La strada (1954)
- Il bidone (1955)
- Le notti di Cabiria (1957)
- La dolce vita (1960) con Marcello Mastroianni e la svedese Anita Ekberg, che sarebbe rimasta – con la scena del bagno nella Fontana di Trevi – nella memoria collettiva, forse uno dei capolavori più amati del maestro
- Boccaccio ’70 (1962) – episodio Le tentazioni del dottor Antonio
- 8½ (1963) La vera consacrazione: pellicola che prende il nome per i sette film più un “mezzo” (cioè l’episodio Le tentazioni del dottor Antonio) girati fino ad allora, sarà premiato con un Oscar come miglior film straniero (insieme ad uno per i costumi). Il film è considerato uno dei più grandi della storia del cinema.
- Giulietta degli spiriti (1965)
- Tre passi nel delirio (1968) – episodio Toby Dammit
- Fellini Satyricon (1969)
- Block-notes di un regista (1969) – televisione
- I clowns (1970)
- Roma (1972)
- Amarcord (1973) o meglio “mi ricordo…” in dialetto romagnolo è un incredibile affresco estratto dalla memoria del regista che dipinge un borgo provincia romagnolo in cui si riconoscono molti spunti autobiografici, che però Fellini non riconoscerà mai ufficialmente.
- Il Casanova di Federico Fellini (1976)
- Prova d’orchestra (1979)
- La città delle donne (1980)
- E la nave va (1983)
- Ginger e Fred (1985)
- Intervista (1987)
- La voce della luna (1990)tratto dal romanzo “Il poema dei lunatici” di Cavazzoni, con Roberto Benigni e Paolo Villaggio nel cast è il film-testamento del regista. Quasi interamente notturno il film narra le vicende del magistrato Gonnella (Paolo Villaggio), paranoico che vede complotti ovunque, e soprattutto di Ivo Salvini, il protagonista interpretato da Roberto Benigni, due incredibili caratteri che percorrono la Pianura Padana, inseguendo sogni ed ascoltando la voce della Luna che sale dai pozzi.
Nel 1993, l’Accademia delle arti e scienze cinematografiche americana, assegna a Fellini il suo ultimo Oscar, il più importante, quello alla carriera. Nello stesso anno, il 31 ottobre, verrà a mancare per un nuovo ictus (dopo quello che l’aveva colpito un anno prima).
Oggi qui su Lettura.it ricordiamo così questo grande uomo, artista e creativo, simbolo dell’eccellenza italiana nel mondo.
[…] incredibile e intensa è un simbolo dell’Italia nel mondo. Continua a leggere la notizia: Auguri a Federico Fellini, oggi avrebbe compiuto 92 anni Fonte: […]
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