C’è quella sincerità estrema che può nascere solo dalla disperazione e dalla momentanea incapacità di reagire in questo piccolo grande libro di Tonon, “La luce prima”.
Disperazione per una madre morta troppo giovane che si aggiunge a quella dovuta all’incapacità di non essere riuscito, quando lei ancora era presente, ad accettare e comprendere l’amore totale che può essere donato solo da una madre a un figlio.
Tonon ci parla di sua madre, del suo essere figlio, della loro storia così simile a tante altre, ma diversissima da tutte, e lo fa senza scontarsi niente, dandosi in pasto a noi lettori come se fossimo delle belve affamate di sangue e lacrime.
Parla di mondi che si appartengono indissolubilmente, che sono a stretto contatto tra di loro, ma che non sempre comunicano o si toccano come dovrebbe essere visceralmente naturale.
Un libro che fa male, tremendamente personale e lacerante, ma che alla fine del quale lascia intravedere uno spiraglio aperto, magari piccolissimo, ma pronto per essere attraversato, cercando di lasciare quell’incapacità dall’altra parte.
A cura di Simone Ciclitira