Donato Carrisi mette alla prova le sue notevoli doti narrative e pubblica un libro lontano dal genere thriller, che lo ha reso celebre e famoso in pochissimo tempo.
Dopo due conclamati successi “Il Suggeritore” e “Il tribunale delle anime”, Carrisi imbastisce un racconto di eroi e antiche leggende, confezionando un noir in cui sono sapientemente miscelati gli ingredienti della suspence.
“La donna dei fiori di carta” è un romanzo breve (circa 176 pagine) ambientato durante la seconda guerra mondiale, sul Monte Fumo, tra l’Italia e l’Austria.
C’è un detenuto che deve essere interrogato e lo farà un medico le cui sorti, apparentemente in modo inspiegabile, sono legate alla vita dell’interrogato.
Il misterioso prigioniero, durante l’interrogatorio, racconterà il suo segreto e parlerà al dottore di un certo Guzman, la cui identità è collegata con il destino di uno degli ultimi passeggeri del Titanic.
Le vite di questi due uomini che dovrebbero essere nemici, in realtà, sono legate.
Sono appese a un filo sottile come il fumo che si leva dalle loro sigarette e dipendono dalle risposte a tre domande. Chi è il prigioniero? Chi è Guzman? Chi era l’uomo che fumava sul Titanic?
Questa è la storia della verità nascosta nell’abisso di una leggenda.
Questa è la storia di un eroe insolito e della sua ossessione. Questa storia ha attraversato il tempo e ingannato la morte, perché è destinata al cuore di una donna misteriosa.