Quel che ci tiene vivi
Mariapia Veladiano
Aiutare le famiglie che non funzionano: questo è l’obiettivo del giovane protagonista, un avvocato con un passato doloroso, difficile da dimenticare ma anche da ricordare. E, in qualche modo, quello è lo scopo anche di sua moglie Bianca, la psicoanalista a cui si è rivolto all’inizio della carriera proprio per rimettere insieme i pezzi della sua infanzia.
Non sembravano compatibili – lei credente, esile, vegetariana e raffinata, lui materialista e disilluso, sovrappeso, cresciuto solo e in povertà – eppure al posto di un’analisi è nato un amore. Forse perché parlano la stessa lingua, quella che condivide soltanto chi è sopravvissuto a un trauma incancellabile, ma che ha anche il coraggio di resistere e andare avanti. Forse perché entrambi hanno bisogno di provare ad aggiustare il mondo. È questo che spinge l’avvocato a entrare e uscire dai tribunali con furiosa determinazione, per dare una possibilità alle persone che, come era accaduto a lui, «non vengono viste».
Una sera d’inverno incontra un bambino solo, infreddolito, che parla con curiosa saggezza. Un bambino che sparisce e sembra non ricomparire più. Un bambino che gli ricorda sé stesso. E quando scopre chi è, la sua missione diventa un’ossessione: dovrà riuscire a salvarlo.
Il libro della pioggia
Martino Gozzi
Martino e Simone. Un’amicizia epica, la loro, tenuta insieme dalla musica e dalla giovinezza. Simone suona il basso mancino come Paul McCartney, ha una band, scrive musica. Ha il dono di saper amare e farsi amare. Se ne va troppo presto.
Martino, voce di questo romanzo-mémoir, racconta il congedo lento ed eroico di un giovane uomo speciale e la traccia che ha lasciato dietro di sé. Simone è la pietra di paragone, il punto di riferimento, l’irrinunciabile metro rispetto a cui misurare col passo pacato della maturità le tappe di una vita: Ferrara, Torino, la scrittura, il matrimonio, la paternità, la musica, i cambiamenti.
I ragazzi sognano in technicolor
Erika Anna Savio
Quando qualcosa si rompe, può mai tornare come prima? Questa è la domanda che si pone Lisa e, con tutta la furia di vivere dei suoi dodici anni cerca di convincersi che sì, tutto può tornare come prima. Basta far finta di niente, cercare di non pensarci. Ma, a volte, neanche questo basta per sopravvivere.
Siamo a Torino, alla fine degli anni ’80. Lisa è una ragazza timida che, in seguito alla separazione dei genitori, si è trasferita con la madre e il fratellino da un paese sul mare a un quartiere degradato. Oltre a dover ricominciare una vita da zero, ora deve fare i conti con una madre che le delega la responsabilità del fratello, non è in grado di accudirla e la costringe alla convivenza con un nuovo amante pericoloso. Catapultata così, bruscamente e senza nessuna sponda, cerca d’inserirsi nel nuovo ambiente prendendo modi e linguaggi dai suoi coetanei, fino a stringere amicizia con alcuni di loro, come Alex “Cavallo Pazzo”. Sono loro due il perno della storia e sono loro che insieme cercheranno una via di fuga e salvezza.
Con una lingua asciutta e precisa, il romanzo descrive i cambiamenti che Lisa affronta in solitudine, la scoperta di una sessualità precoce, il degrado del quartiere in cui vive, ma anche i sogni e le speranze, la scoperta dell’amore, la cura dell’amicizia, e quell’instancabile ricerca di legami che darà un senso e una svolta alla sua vita.
Sopra ogni cosa
Simona Morani
Alina, sguardo dolce e colori mediterranei, nata in un piccolo paese dell’Appennino, è in fuga dall’orizzonte ristretto della provincia e da due genitori incapaci di capirla; Noah, occhi scuri e riccioli ribelli, ha lasciato la Siria a causa del padre, un uomo rigido e ambizioso, che gli ha imposto un destino da medico. Quando si incontrano per la prima volta sono dei giovanissimi studenti universitari in cerca di una possibilità all’estero: ad accoglierli è la città tedesca di Saarbrücken, e in particolare un variopinto reticolo di studentati in cui alloggiano ragazzi di varia nazionalità.
Nonostante le differenze dei loro mondi, Noah e Alina condividono la stessa sensibilità e ben presto tra loro nasce un’amicizia viscerale, talmente preziosa che hanno paura di trasformarla in qualcosa di più. Se il termine del semestre li obbligherà a separarsi, lungo gli anni un filo sottile ma indistruttibile continuerà a tenerli legati nel pensiero, al di là della distanza, dei rispettivi percorsi professionali, delle relazioni che scandiscono le loro esistenze.
Finché la vita, un giorno, li rimetterà sulla stessa strada ponendoli davanti a una domanda che potrà cambiare il loro futuro: quanto coraggio serve per amare qualcuno sopra ogni cosa?
Essere montagna
Jacopo Starace
Jacopo Starace crea una storia complessa e stratificata, ambientata in un mondo in cui esistono gli uomini formica, umani alti appena qualche millimetro. Anni dopo che la loro popolazione è stata decimata da una misteriosa malattia, e che gli uomini montagna, creature quasi mitiche, gigantesche, hanno lasciato cadere sulle terre degli uomini formica una cura per la malattia, il morbo ritorna.
Solo che la popolazione è ormai preda di un culto religioso basato sull’aiuto che cade dal cielo, e le scorte di antidoto si sono esaurite da tempo. Un giovane, Myco, costretto dalle drammatiche circostanze, lascia il villaggio per cercare una nuova cura alla malattia. Troverà molto di più: il proprio senso, la propria strada, e la speranza della libertà.