Sei tu il figlio
Emanuele Galesi
Non è facile per un figlio guardare il padre distruggersi. Non è facile perdonare, né odiare. Emanuele Galesi ci racconta, senza retorica, una storia vera, drammatica e dolcissima.
Quando guarda la stanza d’ospedale, sopra il letto vede un uomo consumato dalla droga. Prova rabbia. Si sente stanco, di una stanchezza infinita. E si vergogna, perché sa che per gli altri quel manichino smunto è solo un tossico, un poveraccio inutile. Ma per lui è diverso, quell’uomo è suo padre. È l’ennesimo ospedale, l’ennesima caduta. In passato il padre ha sempre trovato la forza di venirne fuori, anche se ogni volta è stato più faticoso. Lui che alla fatica non si è mai sottratto, né sul lavoro, finché è riuscito a conservarne uno, né in montagna, dove con passo sicuro precedeva suo figlio bambino e poi ragazzino.
Un rapporto, quello tra i due, fatto di continue sottrazioni, con la droga a erodere la normalità del loro legame, fino all’inevitabile ribaltamento dei ruoli. Ed è di nuovo il figlio a doversi prendere cura del padre, ma stavolta è diverso. Stavolta, dopo la caduta, non ci sarà una risalita. Potrebbe essere solo la fine di tutto, o potrebbe diventare l’occasione per andare oltre le rispettive ferite e ritrovare qualcosa di autentico da salvare. Un romanzo che, grazie al punto di vista del protagonista, offre una lettura nuova del problema della tossicodipendenza. Non lo strazio di un genitore che vede annullarsi ogni possibilità di futuro per il proprio figlio, ma lo spaesamento di un figlio che deve costruire sulle macerie lasciate dal padre.
Il primo giorno della mia vita
Paolo Genovese
Emily, ex ginnasta olimpica, Aretha, poliziotta dal carattere forte, e Daniel, piccolo divo della pubblicità, hanno ognuno un motivo preciso per essere disperati. Napoleon, un professionista di successo, no; eppure, fra tutti, è il più determinato a farla finita.
Un attimo prima che compiano il gesto irreparabile uno sconosciuto li persuade a stringere un patto: mostrerà loro cosa accadrà quando non ci saranno più, cosa lasciano, cosa si perdono, quale sarà la reazione di amici e parenti. Per una settimana i quattro avranno il privilegio di osservare sé stessi dal di fuori e l’occasione di riscoprire ciò che di più prezioso hanno dentro; affronteranno avventure ai confini della realtà, diventeranno un gruppo unito e vedranno realizzati desideri cui ormai avevano rinunciato, dopodiché saranno riportati indietro. A quel punto dovranno prendere una decisione. E per qualcuno l’ultimo giorno della vita potrebbe trasformarsi nel primo di una vita nuova.
Chimere. Sogni e fallimenti dell’economia
Carlo Cottarelli
Cos’hanno in comune il sogno libertario delle criptovalute, quello tecnocratico dell’indipendenza delle banche centrali, la finanziarizzazione del sistema economico, l’abolizione della fatica attraverso la tecnologia, la globalizzazione e un mondo senza barriere, l’illusione della crescita infinita e l’idea che, tagliando le tasse ai ricchi, tutti staranno meglio, come con la flat tax? Sono sette grandi sogni immaginati e concretizzati da riformisti visionari, uomini e donne con la volontà di cambiare il mondo. Eppure, il confine tra sogno e utopia è spesso sottile, e tante idee geniali, messe a confronto con la realtà, hanno preso la direzione sbagliata: qualcosa è andato storto. Nelle vicende umane, del resto, i percorsi possono diventare accidentati, le cose possono sfuggire di mano, e i risultati rivelarsi deludenti o implicare effetti collaterali indesiderati.
Carlo Cottarelli chiama quelle visioni “chimere” e le racconta in questo libro, spiegando al grande pubblico qual è la consistenza dei sette sogni e qual è la posta in gioco del loro successo o fallimento. Sono questioni che riguardano noi e le generazioni future, perché dovremo affrontare il problema di una crescita compatibile con i vincoli ambientali, la necessità della stabilità monetaria, le conseguenze di un’eventuale deglobalizzazione. “Stiamo sognando troppo a lungo e, nel mentre, non facciamo quello che sarebbe necessario per rendere il sogno una realtà. C’è ancora tempo, è vero, ma dobbiamo renderci conto che sognare non è abbastanza.” Perché grandi visioni riformiste si sono spesso rivelate pericolose chimere?
Il leone di Atene
Conn Iggulden
È l’età delle grandi città-stato e tra tutte si erge nel suo splendore Atene, la più imponente città del mondo antico. Dietro il suo incredibile successo, che la rende di fatto la guida dell’intera Grecia, c’è un solo uomo: Pericle. Un uomo che seppe capire il valore della pace prima di quello della guerra, e che diede vita alla fertilità culturale che invase Atene in quegli anni, a partire dall’arricchimento dell’Acropoli.
Un’irresistibile ascesa politica, una grande forza umana, uno straordinario talento militare. Pericle guidò con mano ferma l’esercito ateniese attraverso le guerre persiane e la guerra del Peloponneso, al contempo lottando con i propri demoni, il peso del suo stesso nome e le aspettative per la grandezza eterna. Nelle mani di Conn Iggulden uno dei personaggi più affascinanti dell’antica Grecia prende vita in un ritratto indimenticabile, mentre il mondo di Atene e il tempo remoto del suo splendore rivivono con straordinario realismo.
Il fuoco dentro
Barbara Baraldi
Non sa dire, Janis, perché detesti tanto Port Arthur, la piccola città del Texas dove è nata e cresciuta. Forse è l’aria asfittica o il perbenismo imperante, oppure il fatto che, a parte lei, nessuno sembra accorgersi che il mondo sta cambiando.
Sono gli anni Cinquanta e Janis è un’adolescente inquieta. Non è docile, non è gentile, non fa niente per apparire bella. Legge On the road e sogna di andarsene. I suoi genitori non la capiscono; come potrebbero? E i compagni aspettano che nessuno li veda per bullizzarla brutalmente nei corridoi della scuola. Così Janis si convince di non meritare amore. Di non meritare niente. Di sé apprezza solo una cosa: la voce, quel grido limpido e sporco che la libera da ogni dolore. C’è una vecchia foto in cui ha tre anni e sorride. Sul bordo sua madre ha scritto Si addormenta cantando. Non lo sa ancora, ma di cantare non smetterà mai.
Barbara Baraldi tinge di nero la storia della rocker più grande di tutti i tempi per dare vita a un romanzo travolgente. Janis divampa come un fuoco nei suoi perenni contrasti: il sogno di un’esistenza normale e la seduzione feroce del successo, la sete d’amore e la solitudine fuori dal palco, la disperazione cosmica e il tentativo di placarla nell’abbraccio dolce e spietato dell’eroina. E poi il sesso e le risse con Jim Morrison, l’alba al Chelsea Hotel insieme a Leonard Cohen, la fratellanza con Jimi Hendrix, l’attrazione devastante per Peggy Caserta. La musica, su tutto: estrema rivalsa, via di salvezza, dea consolatrice a cui immolare l’anima. Fino alla fine, e per l’eternità.