“Non mi fido, come la lavanda. Mi difendo, come il rododendro. Sono sola, come la rosa bianca, e ho paura. E quando ho paura, la mia voce sono i fiori.”
Il libro di Vanessa Diffenbaugh “Il linguaggio segreto dei fiori” è destinato – a detta di molti – a diventare un bestsellers.
E gli ingredienti, per conquistare in poco tempo un posto tra i romanzi più letti, ci sono tutti.
Victoria ha 18 anni ed è appena uscita dall’istituto che l’ha accolta fin da quando era in fasce. Victoria è stata abbandonata appena nata e con il tempo ha sviluppato un’avversione profonda verso il contatto fisico, in grado di procurarle conati di vomito con uno sfioro appena.
Tanta sofferenza, mille paure e solo un modo per attutirle: stare nel giardino segreto a contatto solo con i fiori che lei stessa coltiva in un piccolissimo pezzo di terra nel parco pubblico di Potrero Hill, San Francisco.
Ed è attraverso il linguaggio dei fiori che Victoria comunica le sue emozioni più profonde.
Grazie all’amore e alla profonda conoscenza dei fiori, Victoria diventa un’esperta fioraia. I suoi fiori regalano felicità e curano l’anima.
Ma Victoria non ha ancora trovato il fiore in grado di rimarginare la sua ferita. Perché il suo cuore si porta dietro una colpa segreta.
L’unico in grado di estirparla è un ragazzo misterioso che sembra sapere tutto di lei. Solo lui può prendersi cura delle sue radici invisibili.
Solo così il cuore più acerbo della rosa bianca può diventare rosso di passione.
Solo così il cuore più acerbo della rosa bianca può diventare rosso di passione.