Libri in uscita a Marzo 2024

Libri marzo 24 Copertina
Siete alla ricerca di nuovi libri da leggere? In questo articolo vi presentiamo le prossime uscite che vi attendono a Marzo nello store online unilibro.it! Scorrete la nostra rassegna mensile e lasciatevi ispirare!

Ci vediamo in agosto di Gabriel García Márquez

Il sorprendente romanzo inedito dell’autore di Cent’anni di solitudine e L’amore ai tempi del colera.

Si sentì maliziosa, allegra, capace di tutto, e imbellita dalla mescolanza sacra della musica con il gin. Pensava che l’uomo del tavolo di fronte non l’avesse vista, però lo sorprese a osservarla quando lo guardò per la seconda volta. Lui arrossì. Lei sostenne il suo sguardo mentre lui controllava l’orologio da tasca con la catenina. Ogni anno, il 16 agosto, Ana Magdalena Bach – quasi cinquant’anni di età e una trentina scarsa di soddisfacente vita matrimoniale – raggiunge l’isola dei Caraibi dove è sepolta sua madre. Il traghetto, il taxi, un mazzo di gladioli e l’hotel: questo rituale esercita su di lei un irresistibile invito a trasformarsi – una volta all’anno – in un’altra donna, a esplorare la propria sensualità e a sondare la paura che silenziosa cova nel suo cuore.

Lo stile inconfondibile di Márquez risplende in Ci vediamo in agosto, romanzo musicalissimo di variazioni sul tema che è nello stesso tempo un inno alla libertà, un omaggio alla femminilità, una riflessione sul mistero dell’amore e dei rimpianti. Un’esplorazione del desiderio che non si affievolisce con l’età.

Io sono Marie Curie di Sara Rattaro

Parigi, 1894. Mentre si immerge nelle intricate ricerche per la sua seconda laurea in Matematica, dopo aver conseguito quella in Fisica, Marie s’imbatte in Pierre, un animo affine in grado di decifrare la sua mente complessa. Tra loro nasce un connubio di intelletti straordinari, uniti dalla sete di conoscenza e dalla volontà di esplorare insieme gli enigmi dell’universo. Tuttavia, Marie fin da giovane si rivela essere una donna particolare: rifiuta il destino di moglie tradizionale, respingendo l’idea di confinarsi tra le mura domestiche. Per lei, l’amore per la scienza è un compagno di viaggio nel sogno comune, un’ossessione che la guida lungo un percorso inedito. Quando si ritrova improvvisamente sola, costretta a confrontarsi con l’ostilità dell’ambiente scientifico maschilista e conservatore, inizia una battaglia per affermare la sua identità e il suo ruolo nel mondo.

La vita di Marie prende così svolte inaspettate, mettendo alla prova la sua forza e la sua determinazione. Tra avventure misteriose e sfide personali, la scienziata che avrebbe successivamente conquistato ben due premi Nobel si trova a lottare non solo contro le forze della natura, ma anche contro un’epoca che fatica ad accettare il genio femminile.

Attraverso la penna di Sara Rattaro, la figura di questa donna prodigiosa giunge fino a noi per portare il suo messaggio necessario e potentemente contemporaneo in ogni ambito e sfera dell’oggi: indossate il vostro coraggio e sfidate il mondo. È possibile. Tutte possiamo essere Marie Curie.

Cara Giulia di Gino Cecchettin

Le parole di un padre che ha scelto di non restare in silenzio. Un appello potente alle famiglie, alle scuole e alle istituzioni. Il libro è parte di un progetto più ampio a sostegno delle vittime di violenza di genere. Dal giorno dei funerali della figlia Giulia, Gino Cecchettin ha scelto di condividere il proprio dolore cercando di affrontarlo e renderlo costruttivo perché possa essere di aiuto alle giovani e ai giovani del nostro Paese.

In questo libro, attraverso la storia di Giulia, si interroga sulle radici profonde della cultura patriarcale della nostra società. «Tu in questi giorni sei diventata un simbolo pubblico», scrive Gino Cecchettin alla figlia Giulia e a quanti vorranno ascoltare le sue sofferte parole di impegno, di consapevolezza e di coraggio.

«Sei la mia Giulia e sarai per sempre la mia Giulia. Ma non sei più solo questo. Tu dopo quanto è successo sei anche la Giulia di tutti, quella che sta parlando a tutti. E io sento forte il dovere di manifestare al mondo che persona eri e, soprattutto, di cercare attraverso questo di fare in modo che altre persone si pongano le mie stesse domande».

Frontiera di Francesco Costa

C’è una storia che ascoltiamo da un po’ di tempo, e descrive la più grande superpotenza del pianeta come in balìa di un irrimediabile declino. È la narrazione di un paese che balla sull’orlo del precipizio, dove la radicalizzazione non è arrestata, le differenze fra conservatori e progressisti si sono allargate e le donne hanno perso persino il diritto a interrompere una gravidanza. Tutto vero. L’aria che si respira oltreoceano è elettrica, le tensioni razziali si sono inasprite e c’è un ex presidente che ha cercato di restare al potere dopo la sconfitta, che deve rispondere di oltre 90 gravi capi d’accusa e che nonostante questo – o proprio per questo? – è venerato da un’agguerrita minoranza della popolazione.

Eppure sta succedendo anche altro. Gli Stati Uniti hanno ampliato la forza lavoro come non era mai accaduto prima, stanno riducendo le diseguaglianze, hanno innescato una rinascita industriale, hanno approvato il più grande investimento di sempre contro il cambiamento climatico. Non hanno mai avuto così tante donne con un lavoro, così tante persone con disabilità con un lavoro; il reddito mediano non è mai stato così alto, le persone afroamericane sotto la soglia di povertà mai così poche. Il tutto mentre la Cina affronta una fase di grande incertezza e rinuncia al sogno del tanto atteso sorpasso. Gli Stati Uniti d’America stanno attraversando un momento affascinante e contraddittorio, poco compreso e per certi versi unico nella loro vicenda nazionale. Com’è possibile che queste cose accadano contemporaneamente, nello stesso posto? Cos’hanno in testa gli americani, al di là delle caricature che vanno forte sui media?

Attraverso un racconto frastagliato e mai lineare, come la realtà che descrive, Francesco Costa ci accompagna in un sorprendente viaggio on the road nel Nuovo Mondo, procedendo frammento dopo frammento nell’esplorazione di un paese che trova sempre il modo di mostrarci le prove generali di quello che vedremo dalle nostre parti, nel bene e nel male. Buon viaggio.

Il più crudele dei mesi di Louise Penny

A Three Pines è arrivata la bella stagione, ma non tutto è destinato a tornare in vita. Oltre a un tradimento inaspettato, stavolta Armand Gamache dovrà affrontare una seduta spiritica finita male. Nel piccolo villaggio del Quebéc alcuni abitanti hanno deciso di invitare una sensitiva alla vecchia casa degli Hadley, sperando di liberarla da un’antica maledizione.

Ma quello che sembra un innocuo rituale causa la morte, per crepacuore, di uno dei partecipanti. Eppure, giunto sulla scena del crimine, l’ispettore Gamache è costretto a chiedersi: si è trattato davvero di una morte naturale? Armand si ritrova così coinvolto in un caso che lo costringerà ad affrontare i propri fantasmi e quelli di una comunità apparentemente idilliaca, dove le relazioni sono molto più pericolose di quanto sembri.

Il terzo romanzo della serie dell’ispettore Armand Gamache, ormai un classico del giallo.

Damsel di Evelyn Skye

Elodie non ha mai desiderato un palazzo sfarzoso o un principe affascinante. Cresciuta nel reame di Inophe, tra carestie e difficoltà, il suo più profondo desiderio è di aiutare il suo popolo a sopravvivere agli inverni. Quindi quando un delegato di un regno ricco e misteriosamente chiuso al resto del mondo arriva con un’offerta di ricchezze sufficienti a salvare Inophe in cambio del suo matrimonio, accetta senza alcuna esitazione. Nello scintillio della sua nuova casa, Aurea, Elodie è rapita dalla bellezza del reame – e da quella del suo promesso sposo, il principe Henry.

Ma non appena hanno inizio i rituali per diventare principessa, il dubbio che non tutto sia perfetto come sembra s’insinua nella sua mente, e le prime crepe sull’apparentemente perfetta superficie cominciano a mostrarsi: una giovane donna scompare dalla torre del castello improvvisamente. Una parata di fiaccole si fa strada attraverso le montagne. Compaiono segni lasciati da una misteriosa “V”. Troppo tardi, Elodie scopre che la prosperità di Aurea è stata acquistata a un costo altissimo: ogni stagione del raccolto, il regno sacrifica le sue principesse a un drago affamato. E Elodie è la prossima.

Ma le centinaia di donne che nei secoli hanno preceduto Elodie, non sono morte senza combattere. Il loro sangue pulsa di potere e memoria e la loro esperienza è la chiave per la sopravvivenza di Elodie. Costretta a combattere per la vita, questa damigella dovrà usare la sua intelligenza per sconfiggere un drago, scoprire il passato di Aurea e salvare non solo se stessa, ma anche il futuro del suo nuovo regno.

Tutto su di noi di Romana Petri

Marzia, “dall’andatura marziale”, si racconta con furia, violenza, spudoratezza. La sua è una prima persona che morde e che si muove dentro lo spazio asfissiante di una famiglia malata, tremenda, cattiva. Cresce nella periferia di Roma, con un padre crudele e codardo e una madre devota, sino allo strazio, al coniuge infedele. Mentre il fratello, cuffie sulle orecchie, si estrania sino all’indifferenza, Marzia combatte, e nulla le viene risparmiato. Educa il suo fisico asciutto alla lotta greco‐romana e impara a mettere fra sé e il mondo la barriera del suo corpo. Ma non basta. Non può sfuggire al conflitto, alla strategia del ragno che padre e madre, in maniera diversa, le tessono intorno.

Ha creduto e continua a credere che esiste la perfezione: l’ha vista in un cane che non è riuscita a difendere e l’ha vista in un ragazzo incontrato su un sentiero di montagna. L’ha vista ma la sa perduta, minacciata dalla volgarità di una pernacchia. Per arrivare a una via d’uscita sono necessari un sacrificio, una svolta, una chiusura di conti. Sul sentiero sgretolato degli affetti, Marzia avanza impavida al di là della scuola di rabbia, rimpianto e morbosa dedizione in cui si è formata. Avanza come un cowboy o ancora meglio come la donna libera che ha sempre voluto essere.

Romana Petri accompagna l’io martellante della sua Marzia sull’orlo di un abisso. Eppure l’inferno che ci mostra appartiene a un “tutto” che, quanto più sente l’ustione del mosaico guasto dei sentimenti, tanto più apre a una esistenza possibile.

San Marino Goodbye di Luca Restivo

Un giorno i confini della repubblica più antica del mondo si chiudono. Secoli di convivenza terminano con il calare di una sbarra arrugginita. Gli animi si scaldano, mentre i conti correnti vengono congelati. Milioni di italiani si accorgono di avere uno Stato dentro il proprio Stato, e che ora è davvero arrabbiato.

A questo punto succede di tutto. C’è chi cerca di varcare i confini con l’inganno e chi difende la frontiera con ogni mezzo. Ci sono Capitani Reggenti imbroglioni, giovani idealisti e doganieri integerrimi, vacanzieri con la passione per il duce e influencer con quella del fatturato. C’è la diplomazia internazionale che si muove, mentre l’ombra del complotto si allunga sul monte Titano. C’è chi trova il tempo per amare anche con la guerra alle porte.

Ritroviamo tutti gli elementi che caratterizzano questi tempi inquieti: l’ossessione per i confini, i venti di guerra, l’odio per il diverso, i danni di una certa retorica. Fino al colpo di scena finale, il romanzo rimane in bilico tra commedia e tragedia. Come sempre avviene nel nostro Paese, e in quelli che esso contiene.

La reputazione di Ilaria Gaspari

Nella Roma degli anni Ottanta, la boutique Joséphine è un angolo di Parigi nel cuore dei Parioli: gli affari vanno a gonfie vele grazie al fiuto della proprietaria, Marie-France, che accoglie le clienti con il suo seducente accento francese. Il suo entusiasmo contagia l’indecifrabile socio Giosuè e le tre ragazze che lavorano per lei, ansiose di conquistarsi libertà e indipendenza. Tra loro Barbara, eterna laureanda in filosofia arrivata in negozio per caso, pronta a lasciare che Marie-France le insegni a vivere. Imparerà da lei che la moda è tutt’altro che una faccenda frivola: è un rito, un gergo, un sogno, un segreto… Per chi come Marie-France ne ha fatto una missione, è un antidoto al dolore, all’angoscia di scomparire, ai cambiamenti che il tempo infligge.

Tutto procede per il meglio, finché Marie-France non ha un’idea che si rivelerà catastrofica: aprire una linea per adolescenti. Giorno dopo giorno, la superficie della serenità apparente comincia a incrinarsi. Compaiono strani messaggi in codice, minacce, e intorno alla boutique si diffonde una calunnia infamante che non risparmia nessuno. Le voci serpeggiano e nel quartiere cresce l’ostilità verso Marie-France e i suoi. Una ragazzina scompare: c’è una relazione con quel che si dice in giro?

Con una prosa capace al tempo stesso di profondità e leggerezza, Ilaria Gaspari indaga sul rapporto tra apparenza e identità, sul peso della maldicenza e sulla difficile conquista della maturità. Cosa succede quando la diffidenza inquina lo sguardo, quando i confini fra le colpe e i pettegolezzi si fanno labili, quando fidarsi significa rischiare? Barbara non è pronta a scoprirlo, forse non è pronta a diventare adulta, eppure non avrà scelta.

Dove si riparano i ricordi di Jungeun Yun

Cosa faresti se fosse possibile cancellare il tuo ricordo più doloroso? Dalla cima della collina che sovrasta un piccolo paese della Corea spunta una casa isolata. Da fuori non ha nulla di insolito, ma al suo interno c’è una lavanderia speciale, in cui è possibile lavar via anche le macchie che portiamo sul cuore. Ji-eun, la proprietaria, è lì ad aspettare con una teiera fumante. Fa accomodare chiunque entri e gli pone la stessa domanda: hai un ricordo doloroso che vuoi cancellare? Perché lei ha il potere di farlo, bisogna solo avere il coraggio di dar voce a quella sensazione, quel sentimento che non si possono proprio dimenticare.

Così Jae-ha ricorda la propria infanzia, in cui spesso si è sentito abbandonato; mentre Yeon-hee rivive una relazione che l’ha fatta soffrire. Ji-eun li ascolta con attenzione, e poi accade l’inaspettato: Jae-ha e Yeon-hee comprendono che non basta eliminare i brutti ricordi per ritrovare la felicità. Le cicatrici che quelle esperienze hanno lasciato fanno parte di loro. Ma, con il tempo, da quelle cicatrici potrebbero sbocciare dei fiori. Così Jae-ha realizza che i genitori avevano buone intenzioni e Yeon-hee torna a credere nella magia dell’amore. La stessa Ji-eun capisce che deve smettere di nascondersi in un passato che non può cambiare. Tutti escono dal negozio più forti, sereni e consapevoli.

Perché a volte guarire significa accettare il dolore. Significa amarsi nonostante gli errori commessi. Bisogna sorridere anche quando gli abiti che portiamo sono macchiati, perché possono essere la tavolozza più bella del mondo.

Vita straordinaria di un uomo ordinario di Paul Newman

Nel 1986, Paul Newman decide di raccontare la propria vita in modo originale e ambizioso. Con l’aiuto del suo più caro amico, lo sceneggiatore Stewart Stern, raccoglie le testimonianze di famigliari, conoscenti e di quanti avevano lavorato a stretto contatto con lui, per poi confrontare quei ricordi con la propria versione dei fatti. L’unica condizione posta a tutti è l’assoluta sincerità.

Il risultato di questo lavoro è un ritratto formidabile, un libro intimo e ricco di sorprese, distillato di migliaia di pagine di trascrizioni riscoperte solo di recente. La voce dell’attore è a volte divertita, a tratti dolorosa, ma sempre e soprattutto autentica. I contributi degli amici di gioventù e della marina militare, dei parenti e dei colleghi – da Tom Cruise a George Roy Hill, da Martin Ritt a John Huston – aggiungono ricchezza, colore e atmosfera. Rivivono nel dettaglio l’infanzia spesso traumatica, le insicurezze di adolescente e i fallimenti con le ragazze, la conquista del successo, le rivalità con Marlon Brando e James Dean, il primo matrimonio, i problemi con l’alcol, l’impegno filantropico, la tragica morte del figlio Scott. Ma le pagine più toccanti riguardano il rapporto con Joanne Woodward: il profondo amore reciproco, il modo in cui Joanne lo ha plasmato da un punto di vista intellettuale ed emotivo, nonché l’incrollabile sostegno che ha rappresentato per lui.

Amorevole e limpido, complesso e profondo, Vita straordinaria di un uomo ordinario ci presenta da una prospettiva inedita quella che è stata forse la più grande stella del nostro tempo: un uomo che molti ammiravano, ma pochi conoscevano davvero.

Il tagliagole di Clive Cussler e Justin Scott

New York, 1911. Isaac Bell, detective di spicco dell’agenzia investigativa Van Dorn, è alle prese con un caso di ordinaria amministrazione. Anna Pape, una giovane donna che ambisce a diventare un’attrice di successo, è scappata di casa, forse proprio per inseguire il suo sogno. Bell non ci mette molto a trovarla, ma il caso si conclude tragicamente: la ragazza è morta. Assassinata in modo brutale. Per l’investigatore privato comincia un’indagine ben più complessa di quanto potesse sembrare, che cerca di far luce sul movente e sulla mente perversa che ha concepito questo atroce delitto.

Ma l’omicida sembra non essersi fermato: Anna, infatti, non è l’unica vittima. Come lei, molte altre giovani donne vengono trucidate negli angoli bui di diverse città degli Stati Uniti, e un dettaglio inquietante le accomuna tutte. Isaac Bell potrebbe trovarsi sulle tracce di uno dei più grandi mostri del suo tempo. E farà tutto il possibile per fermarlo.

Dalla parte del ragno di Cristina Rava

“Il corpo è impigliato in un vecchio albero spoglio, che ha completato la sua corsa contro un pilone del ponte. La piena è tumultuosa, popolata di relitti flottanti nell’oscurità che precede l’alba. Ardelia è sconvolta, ma si sforza di nasconderlo.”

Ad Albenga, nell’arco di poche settimane, si susseguono dei fatti alquanto stravaganti: un noto avvocato dà i numeri, si spoglia per strada e si mette a correre forsennatamente per il centro storico, un prestigioso medico si spara nella solitudine dell’entroterra, il titolare di una rinomata gelateria scompare nel nulla. E, come se non bastasse, sulla sonnolenta atmosfera autunnale della cittadina di provincia si abbatte un crimine efferato: viene scoperto un cadavere intrappolato tra i rami di un albero, probabilmente trascinato dalla corrente del fiume durante l’ultima piena. È quello dell’ex amante della pianista Norma Picolit, Serafina, che per tutta la durata della relazione si è inspiegabilmente finta cieca.

La dottoressa Ardelia Spinola conforta la sua amica Norma, ma nel frattempo non può fare a meno di chiedersi se tutti quegli eventi non siano in qualche modo legati. Per lei e per il commissario Rebaudengo è giunto il momento di ricominciare a investigare il lato malato di gente apparentemente normale.

Aut-Aut di Elif Batuman

1996. Selin è l’unica della sua famiglia turca a essere nata negli Stati Uniti e tanto fortunata da frequentare Harvard. Ora che è al secondo anno, sente di dover compiere qualcosa di straordinario. Ma prima ha un paio di questioni da risolvere. Come decifrare gli eventi dell’estate passata nella campagna ungherese o definire il rapporto con Ivan, la sua fiamma che brucia in una non-relazione a distanza. E soprattutto trovare al più presto un modo – o meglio qualcuno – che le consenta di raggiungere l’obiettivo fondamentale della giovinezza: (fare) l’amore. Tra party universitari, pagine di libri e rocambolesche prime volte, riuscirà Selin a diventare finalmente l’eroina del romanzo della sua vita?

1996. Selin ha superato, in tutti i sensi, il primo anno di Harvard ed è tornata dalla campagna ungherese dove ha soggiornato per un programma estivo illuminante sotto molti punti di vista, tranne l’unico che le interessava: Ivan. Il brillante matematico ungherese, l’enigmatico, impossibile Ivan con cui Selin ha avuto un’insolita relazione online (ante litteram), ormai volato a Berkeley per proseguire gli studi. Ma ora che è iniziato il secondo anno, Selin è decisa a non perdere tempo – ogni cosa alla sua età ha un carattere d’urgenza – e a non lasciare nulla di intentato. Per iniziare al meglio, sceglie di seguire le lezioni di letteratura sul caso. Cercando in libreria i testi per il corso, Selin nota “Aut-Aut” e rimane colpita dall’affermazione che campeggia in quarta: «E quindi, o si vive esteticamente o si vive eticamente». Selin non crede ai propri occhi: ci sono davvero libri che parlano di lei e della sua amica Svetlana, che fin dai primi tempi dell’università si servono del binomio «etica ed estetica» per sviscerare le rispettive differenze. Selin esce dalla libreria con l’opera di Kierkegaard e, per necessità curriculari, “Nadja” di Breton, convinta che quei libri le cambieranno la vita.

Prima che si compia qualsiasi straordinario rivolgimento, però, Selin deve risolvere la complicata crisi di coppia con Ivan – che si annuncia irrisolvibile in quanto bisognerebbe prima di tutto essere una coppia –, fare chiarezza su certi strani eventi, come i tentativi di contattarla da parte dell’ex del suo amato, o dare un senso alle dinamiche dei pranzi in mensa e delle feste alcoliche. E in queste ultime trovare un’ispirazione, possibilmente in carne e ossa, che la aiuti a disfarsi dell’ingombrante peso della verginità. Forse sarà il sesso a restituire a Selin la capacità di vedere la sua vita come un racconto. Oppure sarà un avventuroso viaggio in Turchia a regalarle un’esistenza romanzesca. Ma come evitare di trasformarsi nella protagonista ferita e disperata, mediamente folle, tanto cara alla letteratura (non a caso prodotta da uomini per secoli e secoli)? Tra incredibili party universitari, pagine spietate e rocambolesche prime volte, riuscirà Selin a diventare l’eroina del romanzo della sua vita, e magari a esserne anche l’autrice?

Il carnefice di Antonio Iovane

C’è un uomo a Bariloche, ai piedi delle Ande, che ogni mattina raggiunge la scuola tedesca dove insegna, fa lezione ai ragazzi e per pranzo torna a casa dalla moglie. Vive lì da quasi cinquant’anni, è perfettamente integrato, rispettato, ha una solida rete di amicizie.

Un giorno, fuori dalla porta trova ad attenderlo una troupe televisiva americana. «Signor Priebke?» gli chiede un giornalista. «Lei era nella Gestapo nel ’44, giusto? A Roma?» L’uomo rimane impassibile, sembra non capire. Poi annuisce. Come ha fatto Erich Priebke, il capitano della polizia tedesca che il 24 marzo 1944 chiamava i nomi dei 335 uomini da condurre all’interno delle Fosse Ardeatine per essere fucilati, a fuggire in Argentina e vivere indisturbato per mezzo secolo senza che nessuno gli chiedesse ragione dei suoi crimini?

Attraverso un monumentale lavoro di ricerca, un’appassionata serie di interviste ai protagonisti della vicenda e materiale del tutto inedito, Il carnefice racconta tre storie: quella della cattura del vecchio nazista grazie al lavoro di agenti internazionali, l’estradizione e i processi in un Paese profondamente diviso tra chi chiedeva giustizia e chi invocava clemenza per un uomo ormai anziano; quella della carriera di Priebke a Roma, del suo ruolo di predatore di partigiani e della fuga rocambolesca in Argentina dopo la caduta del Reich; e infine una storia di radici, quelle dell’Italia di oggi, con le sue contraddizioni e i suoi antagonismi mai superati, e di Antonio Iovane, che mentre scriveva, indagava ed entrava nel cuore nero della Storia, si è trovato davanti a una verità perturbante.

Life di Francesco Papa Francesco

“Non va dimenticata la lezione più importante: possiamo rileggere la storia della nostra vita per fare memoria e poter trasmettere qualcosa a chi ci ascolta. Per imparare a vivere, però, tutti noi, dobbiamo imparare ad amare.”

Nel raccontare qui per la prima volta la storia della sua vita, ripercorsa attraverso gli eventi che hanno segnato l’umanità negli ultimi ottant’anni, Papa Francesco condivide le origini di quelle idee che in molti considerano audaci e che contraddistinguono il suo pontificato: dalle coraggiose dichiarazioni contro la povertà e la distruzione ambientale, alle dirette esortazioni ai leader mondiali affinché traccino una rotta diversa su temi come il dialogo tra i popoli, la corsa agli armamenti, la lotta alle diseguaglianze.

Dallo scoppio della Seconda guerra mondiale nel 1939 – quando il futuro Pontefice aveva quasi tre anni – fino ai giorni nostri, Jorge Mario Bergoglio prende per mano le lettrici e i lettori accompagnandoli con i suoi ricordi lungo un viaggio straordinario attraverso i decenni. La voce del Papa, con le sue personalissime memorie, si alterna a quella di un narratore che in ogni capitolo ricostruisce lo scenario storico in cui si inseriscono.

Il cuore è uno zingaro di Luca Bianchini

Il maresciallo Gino Clemente avrebbe immaginato tutto tranne che doversi trasferire dalla sua amata Polignano a Bressanone, in Alto Adige, a pochi chilometri dall’Austria, dove molti parlano tedesco e la gente cena alle sette di sera. Per cercare di integrarsi nella comunità altoatesina si muove in mountain bike, mentre l’inseparabile moglie Felicetta si dà al giardinaggio nella loro nuova casa, con risultati altalenanti.

A rallegrare la permanenza al Nord è il ritorno inatteso di una vecchia gloria della musica pop italiana: Gabriel Manero, noto per aver scritto nel 1983 il suo unico grande successo – Todo corazón – che li aveva fatti innamorare. Il cantante, originario proprio di quella città dove non si esibisce da quarant’anni, viene invitato a inaugurare la Casa del luppolo, la birreria gestita dalla biondissima Barbara Kessler, e il suo concerto chiama a raccolta tutti gli abitanti dei dintorni. È l’occasione per un tuffo nel passato: molti fra i presenti lo conoscono dai tempi dei Righeira, e lui dopo l’esibizione decide di festeggiare questa rimpatriata nella sua eccentrica villa.

Tutto sembra andare per il meglio ma, tra lo sconcerto generale, la mattina seguente Gabriel viene trovato senza vita sulle scale di casa. Si tratta di una caduta accidentale oppure no? Sarà il maresciallo Clemente, aiutato dalla moglie, dal cane Brinkley e dal proprio formidabile intuito a risolvere quello che sembra un enigma incomprensibile. A sostenerlo nell’impresa ci sono il brigadiere Guglielmotto, un intraprendente piemontese dai denti che “più bianchi non si può”, e il suo storico braccio destro Agata De Razza, che a Bressanone è di casa e lì ha lasciato un grande amore. Tra vecchie canzoni e indizi difficili da decifrare, il maresciallo resta fedele a se stesso e scopre l’anima inquieta e vibrante di un paese che alcuni chiamano Brixen e che fino a quel momento sembrava molto, troppo tranquillo.

La principessa di Lampedusa di Ruggero Cappuccio

Eros, passione, misteri e segreti di famiglia fiammeggiano nella personalità di Beatrice Tasca Filangeri di Cutò, principessa di Lampedusa, che nel maggio del 1943 attraversa una Palermo deserta, tra le rovine provocate dai bombardamenti alleati. Beatrice riprende possesso del palazzo di famiglia: tra soffitti sfondati e librerie crollate, si riaccende il ricordo dei giorni in cui la città era meta di viaggiatori stranieri, un passato di grazia e splendore, sogni, fantasie e amori forse ancora possibili. Fuori dalle mura del palazzo, il presente si sgretola, l’Italia e l’Europa sono teatro di una guerra spaventosa, gli Alleati stanno per sbarcare in Sicilia. Il mondo sembra alla fine, ma Beatrice non si tira indietro: protegge, esorta, si espone.

E il futuro? Il futuro ha gli occhi malinconici di suo figlio Giuseppe e la splendida vitalità di Eugenia, giovane appassionata di stelle e pianeti che osserva Beatrice dalla finestra di fronte. La ragazza è affascinata dalla libertà naturale e ostinata con cui la principessa si comporta; libertà che la sua famiglia invece le nega, avendola prima costretta a interrompere gli studi di Fisica e ora cercando di imporle un matrimonio combinato. Per la ragazza e per il figlio, la principessa ha in serbo progetti ambiziosi che sfidano il tempo. E mentre tesse le sue trame d’amore, con l’aiuto della gente del quartiere organizza un ricevimento al quale saranno invitati i più grandi nomi del bel mondo palermitano, dai Lanza di Trabia ai Florio, dai Valguarnera ai Moncada. Un invito spregiudicato per un ultimo ballo sotto le bombe.

Beatrice Tasca Filangeri di Cutò, madre dell’autore del Gattopardo, e autrice a sua volta di un’opera di cui non si sono salvate che poche pagine, diventa protagonista di questo romanzo grazie a Ruggero Cappuccio, il solo scrittore che poteva – per cultura, sensibilità, storia personale – ridarle vita.

Basta che torni di Francesco Arca

“Basta che torni” gli dicevo senza riuscire a nascondere la commozione. Ed è per questo che lui comunque è sempre tornato, perché è quello che deve fare un padre, ogni padre, tornare a casa comunque, con le proprie ferite, i propri segreti e i propri silenzi. “Basta che torni” gli ho sempre detto, ma anche gli incantesimi più potenti a volte falliscono. E un giorno mio padre non è tornato. Ma non da una pericolosa missione militare come ci si aspetterebbe da un ufficiale dell’esercito come era il papà di Francesco Arca. Da quelle era sempre rientrato: stanco, sfibrato, distrutto dagli orrori della guerra, ma vivo. È da una battuta di caccia in Toscana che il padre non tornerà più. Francesco ha solo sedici anni e niente sarà più come prima.

Questa è la storia vera di una formazione, quella di un ragazzo che deve diventare uomo troppo presto, che deve affrontare le responsabilità, il dolore, la fatica, ma anche la rabbia che il ricordo di un padre scomparso gli carica sulle spalle. Perché proprio a lui? Perché suo padre è morto in una battuta di caccia invece che in Somalia o in Iraq? È davvero stato solo un incidente? Sono tutti dubbi che assillano Francesco, che lo costringono a fare i conti col rapporto con suo padre senza che però lui sia lì accanto a rispondergli. Sono domande a cui Francesco deve provare a trovare un senso da solo, con la sola forza dei suoi sedici anni e l’affetto di sua mamma e sua sorella.

Basta che torni è un romanzo biografico, una lettera, una confessione autentica di un figlio nei confronti di un padre, è il racconto di un ritorno a casa, di un viaggio alla ricerca della serenità per lasciar andare il passato e riempirsi della gioia del presente. È la storia vera e commovente di Francesco Arca, di un uomo che cercando chi fosse davvero suo padre ha trovato finalmente se stesso.

Pulita di Alia Trabucco Zerán

Estela ha passato sette anni in quella casa, con quella famiglia. Sette anni come domestica a tempo pieno: lavare, pulire, preparare da mangiare, occuparsi della bambina, la piccola Julia. Ora Julia è morta e tocca a lei – la domestica, la tata – dare la propria versione della storia. Raccontare per esempio di come ha lasciato la vita in provincia per tentare fortuna a Santiago, di come ha lasciato sua madre; raccontare della stanza sul retro dove ha dormito per tutto questo tempo, quella senza finestre; raccontare della bambina, delle unghie rosicchiate, delle pellicine sanguinanti; raccontare il disgusto e insieme l’affetto per i suoi datori di lavoro, le umiliazioni costanti; raccontare dei panni puliti, dei denti puliti, della faccia pulita; raccontare di Carlos, della cagnolina randagia, del veleno, della pistola.

Alia Trabucco Zerán ha scritto un romanzo sui conflitti di classe, il denaro, la famiglia, la rabbia. Una storia in cui la tensione cresce a ogni pagina per portarci a un finale inevitabile e potentissimo, che mostra come per chi non ha voce una semplice vita di routine può trasformarsi in un incubo. Forse, come dice Estela: «Ci sono molti modi di parlare. La voce è solo il più semplice».

Fanny Stevenson di Luca Bianchini

Quella di Fanny Stevenson è la storia di una donna che ha vissuto mille esperienze. Lasciata la tranquilla e solida famiglia borghese d’origine per seguire il primo marito, cercatore d’oro nel deserto del Nevada, Fanny conobbe giovanissima l’isolamento e la lotta per la sopravvivenza nei grandi spazi di una natura ostile. Disgustata dalla vita americana, lasciò il marito e si trasferì senza denaro e senza conoscenze, in Francia.

Nel cuore della vecchia Europa rappresentò l’incarnazione di un nuovo ideale femminile, the american girl, e diventò una delle prime donne pittrici nella Parigi degli impressionisti. Ma l’evento fondamentale della sua vita fu l’incontro con Robert Louis Stevenson, di undici anni più giovane di lei. Per l’autore dello Strano caso del Dottor Jekyll e del Signor Hyde, rinunciò al suo mondo. Insieme si stabilirono in un’isoletta delle Samoa e vissero un amore più forte delle convinzioni ottocentesche che lo contrastarono, più forte della malattia e della morte. La loro relazione, dapprima passionale e romantica, poi più sottile e complessa, sarà l’elemento decisivo che trasformerà il giovane e ribelle Stevenson nel più acclamato genio letterario del suo tempo.

Ventre sepolto di Aliyeh Ataei

Sull’orlo di una crisi di nervi, Mani Rafat vaga per Teheran alla disperata ricerca della sorella gemella. Non ne trova più traccia e sentimenti contrastanti gli attraversano la mente. È un giovane ingegnere dallo spiccato gusto letterario, che soffre di disturbi psichici e fa uso di stupefacenti. La moglie lo ha lasciato perché Mani non riesce a darle un figlio. Intorno a lui, per giunta, la città si muove a un ritmo disumano.

A poco a poco, mentre il lettore lo insegue in questa ricerca spasmodica, il protagonista comprende che la sua inquietudine è alimentata da un dolore profondissimo: è un uomo, certo, e come tale lo riconoscono le persone in cui si imbatte, eppure dentro di sé custodisce un io femminile, cui da tempo non presta ascolto. A mano a mano che l’uomo inizia a riconoscersi meglio, la sua identità si sovrappone a quella della sorella perduta.

Tra ossessioni e discriminazioni, perciò, la ricerca della gemella si intreccia all’indagine sull’animo femminile che Mani ha riscoperto in sé, con un finale imprevedibile e commovente.

Un animale selvaggio di Joël Dicker

2 luglio 2022, due ladri stanno per rapinare una importante gioielleria di Ginevra. Ma questo non sarà un colpo come tutti gli altri. Venti giorni prima, in un elegante sobborgo sulle rive del lago, Sophie Braun sta per festeggiare il suo quarantesimo compleanno. La vita le sorride, abita con il marito Arpad e i due figli in una magnifica villa al limitare del bosco. Sono entrambi ricchi, belli, felici. Ma il loro mondo idilliaco all’improvviso s’incrina.

I segreti che Arpad custodisce cominciano a essere troppi perché possano restare nascosti per sempre. Il loro vicino, un poliziotto sposato dalla reputazione impeccabile, è ossessionato da quella coppia perfetta e da quella donna conturbante. La osserva, la ammira, la spia in ogni momento dell’intimità. Nel giorno del compleanno di Sophie, un uomo misterioso si presenta con un regalo che sconvolgerà la sua vita dorata.

I fili che intrappolano queste vite portano lontano nel tempo, lontano da Ginevra e dalla villa elegante dei Braun, in un passato che insegue il presente e che Sophie e Arpad dovranno affrontare per risolvere un intrigo diabolico, dal quale nessuno uscirà indenne. Nemmeno il lettore.

Liberi come il vento di Rita Nardi

Quando il vento del nord porta con sé una piuma d’aquila grigia, un grande cambiamento sta per arrivare: questa è la leggenda che gli antenati di Hurst Paytah tramandano da generazioni. Lui non ci ha mai creduto, perché il suo destino è stato stabilito sin da piccolo. Da orfano indesiderato perché solo per metà nativo, è riuscito a conquistare la fiducia della tribù ed è stato scelto per diventare capo. Hurst, però, è solo un ragazzo, e si sente inadatto a comandare perché è tutto fuorché calmo e razionale.

Per fortuna c’è Nive che, con i suoi timidi sorrisi e i suoi guanti rossi, gli ha mostrato che la gentilezza può sciogliere anche il ghiaccio più duro e che si può essere completi anche quando ci si sente a metà. Eppure, ora che lei è lontana per studiare al college, Hurst si sente sempre più insicuro e il vecchio dubbio di non essere all’altezza lo tormenta.

Come se non bastasse, sul suo comodino compare all’improvviso una piuma d’aquila grigia. Mentre ne osserva i riflessi, si sente invadere dalla paura: forse il destino suo e di Nive non è di restare legati per tutta la vita; forse basterà una folata di vento per distruggerli. Ora Hurst deve scoprire che solo chi affronta la vertigine ha la forza per spiccare il volo.

Da parte di madre di Federica De Paolis

Allegra ed entusiasta, oppure malinconica e afflitta. Bellissima e fragile, con lo sguardo appena velato da “certi pensieri soffocati”. Così Federica racconta sua madre, la “fantasmagorica mamma bionda” dai gesti istrionici, dal portamento elegante e disinvolto attraverso cui traspare, in filigrana, un’irrimediabile insicurezza. L’autrice scava nella memoria per comporre il ritratto tenero e disincantato di una donna tutta luci e ombre, e al tempo stesso un tagliente spaccato di famiglia incorniciato nell’ambiente borghese di Roma. Con il suo sguardo di figlia, tra lo struggente desiderio di emulazione e la ricerca della propria identità, osserva la madre e la decostruisce.

La rivede vicino al telefono, simile a un lepidottero intorno a un fascio luminoso, a sorvegliare la segreteria in attesa della chiamata di un uomo che non l’ama davvero. La rivede regina e poi schiava dei suoi amori – amori sghembi, fatti di assenza, desiderio, euforia e negazioni. La rivede madre e donna, modello e poi gabbia da cui liberarsi.

Da parte di madre è la storia di un legame indissolubile, di scelte sofferte, della vita che ti prende e ti trascina via ma alla fine ti riporta lì dove tutto ha avuto inizio: la prima casa, tua madre. Federica De Paolis ha scritto un rocambolesco, intimo, profondo romanzo autobiografico fatto di immagini, voci e atmosfere che trascendono la vicenda personale per tramutarsi, con toccante immediatezza, in una parabola esistenziale che investe tutti noi.

Brucia tutte le mie lettere di Alex Schulman

Svezia, estate del 1932. Karin, una giovane donna di ventiquattro anni, si innamora follemente di Olof, un promettente scrittore. Ma c’è un ostacolo insormontabile: Karin è già sposata con Sven Stolpe, un autore di grandissima fama ma dal carattere crudele e autoritario. La sua relazione con Olof scuote le fondamenta della sua vita, portandola a confrontarsi con la decisione più difficile: lasciare il marito per inseguire una nuova vita con l’uomo che ama.

Ottantasei anni dopo, Alex Schulman, autore affermato e padre di tre figli, si trova alle prese con una profonda e preoccupante rabbia interiore. Questo sentimento mina il rapporto con la sua famiglia, incutendo timore nei figli e creando una frattura sempre più profonda con la moglie. Durante una seduta di psicoterapia, Alex si rende conto che questa rabbia ha radici antiche e deriva principalmente da suo nonno Sven. Spaventato dall’idea di poter diventare simile a lui, e determinato a spezzare il ciclo di violenza familiare, inizia un viaggio emotivo alla ricerca di risposte. Nel corso della sua indagine scopre la relazione segreta che sua nonna Karin aveva con Olof Lagercrantz, un legame intenso che ha influito profondamente sul destino della sua famiglia. La scoperta di questa storia d’amore segreta riporta Alex a un momento cruciale della sua infanzia: nell’inverno del 1988, durante un innocente gioco a casa dei nonni, aveva trovato una pila di lettere che avevano scosso la sua famiglia per sempre. L’amore tra Karin e Olof non era finito nel 1932 come Sven aveva creduto a lungo? E cosa è successo davvero nel terribile incidente d’auto che era quasi costato la vita a Karin e Sven?

Brucia tutte le mie lettere è un romanzo su ciò che sarebbe potuto essere, ma anche sulla vita che si è realizzata. Attraverso tre linee temporali distinte, intrecciate con grande raffinatezza, Alex Schulman offre uno sguardo penetrante sulla complessità delle relazioni umane e sulla resilienza dell’amore.

Se non credi in te chi lo farà? di Stefano Rossi

“Troppo spesso ci dimentichiamo che il bullo peggiore non è quello che incontri a scuola, ma è la voce tagliente e spietata che ti dice che non vali nulla, nessuno ti vorrà mai bene e non combinerai niente di buono.
Fare i conti con questo nemico è uno dei compiti più importanti della tua vita, perché il Bullo Interiore cercherà di spegnere tutto ciò che è luminoso e prezioso: la tua felicità, i tuoi desideri, la tua voglia di fare e il rapporto con chi ti sta intorno.
Da più di vent’anni aiuto ragazze e ragazzi a dare scacco matto ai loro Bulli Interiori, a superare l’ansia e a trovare la fiducia in se stessi.

Il mio metodo è semplice. Come un deejay mi piace mixare storie emozionanti, esempi pratici e punti di vista che ti permettano di cambiare prospettiva.
In questo libro troverai storie di fantasia e di personaggi reali, ma anche brevi esercizi e citazioni che ti alleneranno a comprendere te stesso e ad affrontare la paura di sbagliare e di non essere accettato.

Un libro in sette capitoli che corrispondono a sette forme di coraggio per regalarti il dono più prezioso: scoprire il potere dell’empatia e trovare la forza per far risplendere la tua luce.”

I delitti della chimera di Alfredo Colitto

Bologna, 1314. L’inverno è alle porte, e il buio assedia il mondo ogni giorno più presto. Dopo una di queste notti lunghissime, viene ritrovato il cadavere di un giudice. Non si tratta di morte naturale: il corpo è orrendamente sfigurato, sembra sia stato sbranato. Nell’indagine viene coinvolto Mondino de’ Liuzzi, medico anatomista e accademico, capace come pochi di ricavare indizi dallo studio dei cadaveri. L’esame di Mondino, però, questa volta getta sul mistero più ombre che luci: l’accanimento sulla vittima è quello di un animale, ma i denti che l’hanno dilaniata sono umani. Chi mai potrebbe macchiarsi di un omicidio così terribile? E perché? Mondino scava nel passato del giudice, cerca segreti e risposte, ma la matassa si ingarbuglia solo di più.

Quando la spirale di sangue accelera vertiginosamente e le spire oscure di un collega livoroso si stringono, Mondino sarà costretto ad ammettere che mai come ora ha bisogno di tutto l’aiuto di chi gli sta vicino: il figlio Gabardino, che si sente da lui ingiustamente sottostimato, la moglie Mina, studiosa finissima a cui le convenzioni del tempo stanno strette, e per fortuna anche il templare Gerardo, grande amico da poco tornato in città.

La famiglia di Pietro Veronese

Trent’anni fa, nell’aprile-luglio 1994, si compiva in Ruanda il genocidio contro i Tutsi, che ha causato un milione di morti. Fu il più grave crimine contro l’umanità della seconda metà del Novecento. I giovani scampati a quella catastrofe, rimasti senza nessuno, profondamente feriti nell’anima, inventarono una forma di sopravvivenza unica al mondo. Formarono delle “famiglie d’elezione”, unendosi e nominando tra di loro un padre e una madre che assumessero nella loro vita quei ruoli perduti per sempre.

Una di queste famiglie si è formata tra persone che il destino ha portato a vivere e incontrarsi in Italia. Riunisce donne e uomini che al momento del genocidio non si conoscevano, avevano età diverse, dai quattro ai 33 anni, e vivevano in luoghi e contesti diversi all’interno del loro paese.

Trent’anni dopo, nove di loro hanno deciso di testimoniare in prima persona la propria storia, componendo un racconto corale di dolore, tragedia, ritorno alla vita, amore e speranza. Un documento unico che ci aiuta a conoscere e a ricordare.

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