Le citazioni più belle tratte dai libri di Alessandro Baricco
Alessandro Baricco è uno scrittore, drammaturgo, sceneggiatore, autore televisivo, critico musicale, conduttore televisivo e conduttore radiofonico italiano, vincitore del Premio Viareggio nel 1993.
È uno strano dolore. Morire di nostalgia per qualcosa che non vivrai mai.
da “Seta“
Pioveva la sua vita, davanti ai suoi occhi, spettacolo quieto.
da “Seta“
È sempre difficile resistere alla tentazione di tornare.
da “Seta“
Disegnato sull’acqua, gli pareva di vedere l’inspiegabile spettacolo, lieve, che era stata la sua vita.
da “Seta“
Sapeva ascoltare. E sapeva leggere. Non i libri, quelli son tutti buoni, sapeva leggere la gente. I segni che la gente si porta addosso.
da “Novecento“
Ora tu pensa: un pianoforte. I tasti iniziano. I tasti finiscono. Tu sai che sono 88, su questo nessuno può fregarti. Non sono infiniti, loro. Tu sei infinito, e dentro quei tasti, infinita è la musica che puoi suonare. Loro sono 88, tu sei infinito.
da “Novecento“
Quando non sai cos’è, allora è jazz.
da “Novecento“
Quello che per primo vede l’America. Su ogni nave ce n’è uno. E non bisogna pensare che siano cose che succedono per caso, no… e nemmeno per una questione di diottrie, è il destino, quello. Quella è gente che da sempre c’aveva già quell’istante stampato nella vita.
da “Novecento“
Aveva quella bellezza di cui solo i vinti sono capaci. E la limpidezza delle cose deboli. E la solitudine, perfetta, ci ciò che si è perduto.
da “Oceano mare”
Non ti ho amato per noia, o per solitudine, o per capriccio. Ti ho amato perchè il desiderio di te era più forte di qualsiasi felicità.
da “Oceano mare“
Succede. Uno si fa dei sogni, roba sua, intima, e poi la vita non ci sta a giocarci insieme, e te li smonta, un attimo, una frase, e tutto si disfa. Succede. Mica per altro che vivere è un mestiere gramo. Tocca rassegnarsi. Non ha gratitudine, la vita, se capite cosa voglio dire.
da “Oceano mare“
Non si è mai lontani abbastanza per trovarsi.
da “Oceano mare“
Sapete, è geniale questa cosa che i giorni finiscono. È un sistema geniale. I giorni e poi le notti. E di nuovo i giorni. Sembra scontato, ma c’è del genio. E là dove la natura decide di collocare i propri limiti, esplode lo spettacolo. I tramonti.
da “Oceano mare“
“Lo sa come si fa a riconoscere se qualcuo ti ama? ti ama veramente, dico?”
da “Questa storia“
“Non ci ho mai pensato.”
“Io sì.”
“E ha trovato una risposta?”
“Credo che sia una cosa che ha a che vedere con l’aspettare. Se è in grado di aspettarti, ti ama.”
Accadono cose che sono come domande. Passa un minuto, oppure anni, e poi la vita risponde.
da “Castelli di rabbia“
Così fa il destino: potrebbe filar via invisibile e invece brucia dietro di sé, qua e là, alcuni istanti, fra i imille di una vita. Nella notte del ricordo, ardono quelli, disegnando la via di fuga della sorte. Fuochi solitari, buoni per darsi una ragione, una qualsiasi.
da “Castelli di rabbia“
Sembrava l’inizio di una qualche felicità. Poi si sa come vanno le cose: scivolano sempre, impercettibili, non c’è verso di fermarle, se ne vanno, semplicemente se ne vanno, hai un bel cercare di fermarle.
da “Barnum 2“