A dieci anni dalla sua scomparsa, i figli del Premio Nobel hanno deciso di pubblicare in contemporanea mondiale il romanzo postumo: una storia di indipendenza femminile con protagonista Ana Magdalena Bach.
La protagonista del libro postumo di Gabriel García Márquez, Ci vediamo ad agosto, giaceva da dieci anni negli archivi dell’Harry Ransom Center dell’Università del Texas. Ora Anna Maddalena Bach si è svegliata per incarnare la più audace delle donne dello scrittore colombiano al centro di una favola contemporanea di indipendenza femminile. Cinquantaduenne e sposata con due figli, Anna Maddalena è lontanissima da Ursula Iguarán, la matriarca di Cent’anni di solitudine che con la sua tempra teneva le redini di Macondo mentre il marito, Aureliano Buendia, andava in guerra..
L’eroina di Ci vediamo in agosto, invece, è una donna moderna che nelle pagine del romanzo gira il mondo da sola, raccontando la sua libertà: già dall’inizio del libro viene presentata come padrona del proprio destino: da 23 anni vive un buon matrimonio avvolto nella routine: «la propria maschera», «il proprio profumo amaro»; ma ogni anno scappa ai Caraibi, sola. Era stata l’unica condizione imposta al marito per pronunciare il “sì”, e lui accettò. Si reca all’isola dove riposa sua madre, nel giorno dell’anniversario va al cimitero e depone sulla tomba un mazzo di gigli freschi.
Concluso il rituale dimentica la sua ordinaria vita coniugale e si abbandona al dio eros lanciandosi alla riconquista della passione perduta: intraprende una serie di incontri furtivi con amanti più giovani, tra cui un criminale ricercato dalle autorità e un vescovo protestante, del quale quasi si innamora. Ma uno, in particolare, quello che la umilia, diventerà la sua ossessione.
Al contrario di Fermina Daza, che in L’amore ai tempi del colera, altro romanzo di García Márquez, fece aspettare il suo ex fidanzato ben cinquantatré anni, nove mesi e quattro giorni per consumare il loro amore, Anna Maddalena vive avventure fugaci: seduce e abbandona, mentre aspetta l’arrivo del traghetto che la riporta, il giorno dopo la visita al cimitero, alla vita reale.
Ci vediamo in agosto
Gabriel García Márquez
Il sorprendente romanzo inedito dell’autore di Cent’anni di solitudine e L’amore ai tempi del colera. Si sentì maliziosa, allegra, capace di tutto, e imbellita dalla mescolanza sacra della musica con il gin. Pensava che l’uomo del tavolo di fronte non l’avesse vista, però lo sorprese a osservarla quando lo guardò per la seconda volta. Lui arrossì. Lei sostenne il suo sguardo mentre lui controllava l’orologio da tasca con la catenina. Ogni anno, il 16 agosto, Ana Magdalena Bach – quasi cinquant’anni di età e una trentina scarsa di soddisfacente vita matrimoniale – raggiunge l’isola dei Caraibi dove è sepolta sua madre. Il traghetto, il taxi, un mazzo di gladioli e l’hotel: questo rituale esercita su di lei un irresistibile invito a trasformarsi – una volta all’anno – in un’altra donna, a esplorare la propria sensualità e a sondare la paura che silenziosa cova nel suo cuore. Lo stile inconfondibile di Márquez risplende in “Ci vediamo in agosto”, romanzo musicalissimo di variazioni sul tema che è nello stesso tempo un inno alla libertà, un omaggio alla femminilità, una riflessione sul mistero dell’amore e dei rimpianti. Un’esplorazione del desiderio che non si affievolisce con l’età..
La protagonista
L’eroina del libro non indossa i romantici abiti in organza delle donne di L’amore ai tempi del colera: veste jeans e scarpe da ginnastica, senza calze, porta un orologio da uomo, la fede al dito e le sue iniziali AMB sono ricamate sul taschino della camicia..
Il marito e il padre sono stati direttori di conservatorio e anche lei se ne intende. Nel bar dell’albergo dove alloggia nell’isola, primo scenario dei suoi incontri, si sentono alcune delle melodie preferite da Gabriel García Márquez: i preludi di Debussy, “los boleros” del messicano Agustin Lara, il magico sax suonato da Fausto Papetti.
Oltre al suo talento musicale, è anche una lettrice vorace per quanto non abbia concluso la laurea in lettere. Tra le sue opere preferite Il vecchio e il mare di Hemingway, Lo straniero di Albert Camus e l’originale Dracula di Bram Stoker; quest’ultimo un orrore per lei, non per le zanne del Conte ma perché, dopo una folle notte d’amore, uno degli amanti le lascia una banconota di 20 dollari tra le pagine del libro.
Il gesto la ferisce profondamente e l’umiliazione si trasforma in un incubo. Riesuma i resti della madre e lascia per sempre la sua isola del tesoro. La tenacia con cui, a cinquantadue anni, esercita la sua libertà ed esplora i misteri dell’amore autunnale, è la stessa con cui pone fine alle sue avventure.
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