Un viaggio in occasione della Giornata internazionale della donna: libri in grado di aprire gli occhi sulle conquiste e i contributi delle donne che hanno plasmato il mondo in cui viviamo: piccole e grandi storie di forza, coraggio e resilienza.
Cara Giulia di Gino Cecchettin
Da quando Giulia Cecchettin è stata uccisa, suo padre Gino e sua sorella Elena non si sono tirati indietro nel parlare apertamente di violenza di genere come mezzo per ricordare e per far sì che quello che è accaduto non si ripeta. Questo libro va nella stessa direzione: servirà a finanziare una nuova fondazione per la lotta alla violenza di genere.
«Tu in questi giorni sei diventata un simbolo pubblico» scrive Cecchettin alla figlia Giulia e a quanti vorranno ascoltare le sue sofferte parole «Sei la mia Giulia e sarai per sempre la mia Giulia. Ma non sei più solo questo. Tu dopo quanto è successo sei anche la Giulia di tutti, quella che sta parlando a tutti. E io sento forte il dovere di manifestare al mondo che persona eri e, soprattutto, di cercare attraverso questo di fare in modo che altre persone si pongano le mie stesse domande».
La crepa e la luce di Gemma Calabresi Milite
Si può vivere una vita d’amore anche dopo un dolore lacerante? Sì, secondo Gemma Calabresi Milite, vedova del commissario Luigi Calabresi, ucciso da un colpo di pistola la mattina del 17 maggio 1972 sul marciapiede di via Cherubini a Milano, sotto il palazzo dove abitavano con i lori due figli, Mario e Paolo, e un terzo in arrivo. Si può, ma non è facile e non è immediato. Una strada tortuosa che, partendo dall’umano desiderio di vendetta di una ragazza di venticinque anni, l’ha condotta, non senza fatica, al crescere i suoi figli lontani da ogni tentazione di rancore e rabbia e all’abbracciare, nel tempo e con sempre più determinazione, l’idea del perdono.
Un racconto che comincia dalla vita di una giovane coppia che viene sconvolta dalla strage di Piazza Fontana e attraversa mezzo secolo, ricucendo i momenti intimi e privati con le vicende pubbliche della società italiana.
Il colore viola di Alice Walker
Vincitore del Premio Pulitzer e del National Book Award nella sezione dedicata alla narrativa, vendendo cinque milioni di copie in tutto il mondo) questo libro racconta le vicissitudini di una donna, Celie, costretta a subire una vita fatta di violenza domestica e abusi. Allo stesso tempo narra anche come da questa condizione di grande difficoltà sia possibile rialzarsi, trovare conforto e combattere per dare dignità alla propria esistenza.
Oltre a Celie ci sono anche altri personaggi femminili all’interno del romanzo: Shug è una cantante emancipata che fa scoprire alla protagonista il valore dell’affetto e del divertimento; Sofia è invece una ragazza considerata ribelle per l’epoca, che non vuole farsi sottomettere da nessuno. Una storia, diventata anche un film (con lo stesso titolo), fatta di dolore e delusioni, ma anche di tanta forza e perseveranza.
La portalettere di Francesca Giannone
L’autrice si ispira alla vicenda reale della sua bisnonna ligure, Anna Allavena, «bella come una statua greca», che nel 1934 si trasferisce Lizzanello per amore di suo marito Carlo, originario del paese dell’entroterra leccese. Anna, dal carattere fiero, estremamente moderno, fu la prima donna a consegnare lettere, telegrammi, cartoline, sconvolgendo le dinamiche della profonda provincia pugliese.
A tenere le fila, in questo struggente racconto di una terra affrescata mirabilmente dall’autrice, è l’amore, che può avere infinite strade, anche quelle più intricate.
Parole d’altro genere a cura di Vera Gheno
Nessuno le ha potute fermare. Per secoli alle donne è stato imposto di nascondere le loro parole dietro a pseudonimi; altre, invece, hanno desistito dal pubblicare i loro testi, sperando che in futuro venissero riscoperti. Eppure, se guardiamo in profondità, scopriamo che il sommerso, ovvero le parole che le donne hanno scritto, ha cambiato il mondo, con la bellezza dirompente della letteratura.
Con una selezione originale e unica di testi che parte da Saffo e passa per Zelda Fitzgerald, Margaret Mitchell e molte altre, Vera Gheno costruisce un dizionario invisibile che attraversa epoche, continenti e generi (non solo letterari), per guidarci in un viaggio nella cosiddetta scrittura femminile.
Svegliami a mezzanotte di Fuani Marino
Un racconto autobiografico dove le parole danno voce a quella dolorosa nebbia che ha oscurato l’umanità della sua vita rendendola insopportabile al punto da non desiderare altro che non esistere più. Una vita perfetta agli occhi di tutti ma non per lei che non vedeva altra soluzione se non porvi fine: non esistere più…questa l’unica salvezza.
Attraverso pagine che ripercorrono tutta la sua esistenza prima ancora della sua vita stessa fino ad arrivare al punto di non ritorno, alla depressione post-partum e al giorno del salto, Fuani Marino rintraccia i segni visibili e non di quello sconosciuto malessere che ti priva di te stessa e della vita che ti circonda. Le parole che leggiamo diventano un grido di rivendicazione della malattia stessa, un urlo per raccontare quello che non è bene dire, un grido d’aiuto destinato a non restare inascoltato.
Le nostre anime di notte di Kent Haruf
Ti andrebbe di venire a dormire da me, la notte. E parlare”. Di notte la solitudine attanaglia e la nostalgia per il tempo passato e per le persone allontana il sonno: “la notte è il momento peggiore”. Quelle di Addie sono parole che esprimono coraggio e consapevolezza verso sé stessa e verso la vita: lei non si piega alla solitudine ma si apre alla vita.
Haruf racconta una storia intima fatta di tenerezza, dove una donna e un uomo non più giovani, con una vita già vissuta alle spalle, decidono di raccontarsi l’uno all’altro di notte e di vivere insieme una storia inaspettata, da troppi considerata inspiegabile e spregiudicata, al pari di una sbandata adolescenziale. Nonostante l’età della saggezza avranno il coraggio di imporsi per la propria libertà o saranno destinati al rimpianto?
Scopriti di Giulia Zollino
ll corpo femminile è da sempre un crocevia di battaglie e rivendicazioni. Fin da quando sono ancora bambine, le donne vengono educate ad aderire a certi standard di bellezza: possedere un corpo magro e apparire perennemente giovani. Si insegna loro a dire sempre «sì», a essere accoglienti, accondiscendenti, accudenti, specie nei confronti dei maschi. E poi a stare composte, coperte, a non occupare spazio e a non alzare la voce.
Giulia Zollino ha vissuto tutto questo e nello scrivere questo libro, è partita dal racconto di episodi di vita vissuta per poi approdare agli spunti filosofici e alla riflessione.
La donna della bomba atomica di Gabriella Greison
Vero talento nella rilevazione delle particelle nel vuoto, addetta nel misurare il flusso di neutroni del reattore nucleare, Leona Woods è stata la fisica più giovane – aveva appena 25 anni – ad aver preso parte al Progetto Manhattan, il programma americano top secret che nel 1945 portò alla realizzazione della prima bomba atomica.
Passione e forte determinazione: laurea in Fisica Nucleare a 18 anni e conseguente dottorato all’età record di 23. Subito dopo, grazie ad Enrico Fermi, viene assunta per prendere parte al Progetto Manhattan.
La storia incredibile di questa scienziata del passato, che è anche la storia delle altre 600 donne fisiche, ingegnere, chimiche e matematiche che hanno lavorato a Los Alamos ma che nessuno ricorda, è stata riportata alla luce da Gabriella Greison. Anche lei fisica, attrice e autrice, dà – e ridà – letteralmente voce a Leona Woods, principale protagonista femminile di uno di quei momenti che hanno cambiato il corso della storia umana.
La reputazione di Ilaria Gaspari
Anni ’80. Un’affascinante donna francese lascia Parigi e ricrea il suo rifugio nella “Roma bene” in un periodo in cui essere una donna libera di lavorare ed essere indipendente non è ancora scontato. Questa sua visione della moda intesa come strumento di emancipazione ed espressione di sé, insieme alla sua intraprendenza, conquista gli altri personaggi che le gravitano intorno; poi l’idea luminosa, il cambiamento, lo stravolgimento e il mistero che collega la storia individuale di Marie-France alla storia di una giovane scomparsa.
Attraverso la storia di Marie-France, Ilaria Gaspari si spinge oltre, ancora più lontano, offrendo l’occasione di riflettere su concetti fondamentali quali le apparenze, i pregiudizi, le immagini e le identità, le calunnie e le menzogne.
Argomenti, insomma, che hanno tanto a che vedere con la costruzione del sé e la maturazione.
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