La festa del papà (19 marzo) rappresenta un’occasione speciale per regalare libri e abbracci, il modo migliore per dire: “Grazie papà!”. Piccoli pensieri, ricchi di messaggi, che raccontano di uno dei legami più importanti al mondo.
Papà di Quentin Gréban e Hélène Delforge
Sempre più papà desiderano essere coinvolti in prima persona nella crescita affettiva dei propri figli perché, anche se molto diversi, tutti possiedono lo stesso desiderio di felicità per la propria bambina, o il proprio bambino.
Grazie ad una narrazione che intreccia amore, passione, e dettagli vividi con storie che riflettono la diversità e la complessità del ruolo paterno, questo si rivela molto più di un semplice libro per bambini: è un tesoro letterario che celebra la figura del padre con una profondità e una sensibilità che toccano lettori di tutte le età.
Notti in bianco, baci a colazione di Matteo Bussola
Un libro dove lo spaccato di quotidianità raccontato attraverso descrizioni, dialoghi e pensieri racchiude tutte le sensazioni e le emozioni del diventare genitori, le gioie e le difficoltà di un percorso che inevitabilmente cambia e migliora le persone nel momento stesso in cui stringono un figlio tra le braccia.
Le risate si mescolano egregiamente ai momenti di commozione, tanto da rendere impossibile ai lettori non affezionarsi alle vere protagoniste del romanzo, le tre piccole di casa: Ginevra, che instaura col padre dialoghi al limite dell’assurdo, Virginia, dalla sensibilità enorme, e Melania, capace di tenere in pugno una famiglia intera pronunciando solo una vocale, “A”.
Un romanzo da leggere anche insieme ai figli, perché niente può unire una famiglia più di una storia che ogni membro può sentire “sua”.
Papà cuoredimela. Ediz. a colori di Klaas Verplancke
Rabbia, felicità, tristezza, gioia, delusione e non solo: gli stati d’animo nel rapporto padre-figli* sono così tanti che è quasi impossibile elencarli tutti. Un percorso raccontato in questo albo illustrato che racconta, con immagini dolcissime, il rapporto non sempre facile che ogni bambino vive con il proprio padre.
L’ora del caffè di Gianrico e Giorgia Carofiglio
“Quando avevo la tua età¿””Ok boomer!”. Alzi la mano il genitore che non si è mai trovato bloccato in questa impasse generazionale. Ore infinite a discutere senza capirsi, ognuno degli interlocutori arroccato a difesa delle proprie coordinate. Nel loro saggio a quattro mani, L’ora del caffè, il magistrato e scrittore e sua figlia raccontano il loro libro affrontando, in ogni capitolo, un argomento diverso, analizzandolo sotto la lente di ingrandimento della disciplina, dell’opinione e del punto di vista di padre e figlia, più o meno divergenti.
In fondo la dialettica sprigiona al meglio i propri inconfondibili aromi pedagogici quando il confronto muove da posizioni distanti.
Ti chiamerò papà di Daishu Ma e Ran Can
Uno è un uomo adulto che va in giro per il mondo in cerca di tesori, portando con sé una valigia di ferro. L’altro è un bambino con uno zainetto sulle spalle, che segue l’adulto ovunque egli vada, si fida di lui, della sua mano sicura, dei racconti con cui gli spiega le cose del mondo.
Entrambi posseggono un tesoro che accrescono durante il loro cammino. L’uomo colleziona oggetti luccicanti che ripone con cura nella sua valigia; il bambino ascolta, poi bisbiglia, infine mette delle cose nello zaino, ma cosa contenga è un segreto…
La magia di questa storia scaturisce dalle caratteristiche del rapporto tra l’uomo e il bimbo, una chiave poetica per raccontare il rapporto adulto-bambino. un padre e un figlio che si scoprono tali alla fine del viaggio.
Gli sdraiati a cura di Michele Serra
Un romanzo comico, ironico, a tratti crudo e travolgente, che racconta di una generazione che “si allunga”, che dorme quando gli altri sono svegli e veglia mentre il mondo si abbandona al sonno.
Gli sdraiati suggerisce una riflessione sull’essere post-papà, genitori di ragazzi non più piccoli, che sentono forte il bisogno di ribellione e di fuga.
Papà, mi prendi la luna, per favore? di Eric Carle
Un albo illustrato molto particolare, capace di tenere incollati alle pagine sia i grandi che i piccini. Le pagine si aprono in tutte le direzioni –in alto, in basso e al centro– e immergono totalmente il lettore nella storia.
I protagonisti sono Monica e il suo papà: quando la bambina si mette in testa di volere la luna, suo padre farà di tutto per renderla felice. Consigliato dai 3 anni.
La parola papà di Cristiano Cavina
Come si fa a diventare padre, per i propri bambini, se si è cresciuti senza averne uno? Prova a rispondere a questa domanda “La parola papà”: un romanzo dedicato soprattutto ai padri di oggi, sempre più creativi e attenti alla condivisione dei compiti familiari. Il libro è costruito su una serie di situazioni quotidiane in cui il protagonista – che i tre figli chiamano “babba, un babbo con la finale da mamme” – sperimenta l’esperienza paterna, confrontandosi con il vuoto, il più delle volte arrangiandosi nella speranza di fare la cosa migliore.
Nessuna regia dietro le quinte Quindi. “Sono quasi certo che con loro mi toccherà improvvisare finché campo“ afferma il protagonista. Come è accaduto allo stesso autore, che di figli ne ha tre. Saranno proprio loro e un gruppo di detenuti a spingerlo a intraprendere un viaggio sulla via Emilia, alla ricerca di una parola che bisogna trovare il coraggio di pronunciare.
L’arte di sbagliare alla grande di Enrico Galliano
“Non preoccupatevi se fate un sacco di errori. Preoccupatevi se vi sembra di non farne mai”. Sbagliare non piace a nessuno, ce ne vergogniamo, ne abbiamo paura. Spesso tentiamo di nasconderli, o cancellarli Sbagliare non piace a nessuno, ce ne vergogniamo, ne abbiamo paura.
Spesso tentiamo di nasconderli, o cancellarli, ma ogni errore non è che una tappa di quell’avventurosa ed appassionante ricerca di sé stessi che è la vita. Ricordandoci che, se si vuole davvero crescere, allora occorre soprattutto imparare a sbagliare.
Le avventure di Pinocchio di Carlo Collodi
Nei classici della narrativa forse non c’è figura paterna conosciuta al mondo tanto quanto quella di mastro Geppetto, che decide di prendersi cura del burattino come se fosse suo figlio, sacrificando i pochissimi soldi che ha per garantirgli un’istruzione, e scegliendo di non abbandonarlo mai nonostante le sue continue sbandate dalla strada maestra.
In questo senso il personaggio di Geppetto rappresenta un vero e proprio elogio a tutte le figure paterne, che indipendentemente dai legami biologici, decidono di farsi carico con amore e tenacia della crescita di un’altra vita.
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