Le citazioni più belle tratte dai libri di Cormac McCarthy
Cormac McCarthy, all’anagrafe Charles Joseph McCarthy Jr., è stato uno scrittore, drammaturgo e sceneggiatore statunitense..
La bellezza ha il potere di suscitare un dolore inaccessibile ad altre tragedie. La perdita di una grande bellezza può mettere in ginocchio un’intera nazione. Nient’altro può farlo.
da “Il passeggero“
Condividere la lettura anche solo di qualche decina di libri costituisce un vincolo ben più potente del sangue.
da “Il passeggero“
C’è più saggezza nel dolore che nella gioia.
da “Il passeggero“
Bisogna credere che nel mondo c’è del buono. Dire che bisogna credere che se nella vita ti rimbocchi le maniche poi ti arriva. Uno può sbagliarsi, ma se non ci crede allora una vita non ce l’avrà. Magari la chiamerà pure vita. Ma non sarà una vita.
da “Il passeggero“
La sofferenza fa parte della condizione umana e bisogna sopportarla. Ma l’infelicità è una scelta.
da “Il passeggero“
Strano come va il mondo. Puoi avere praticamente tutto tranne quello che vuoi.
da “Il passeggero“
Pensava che ogni ricordo evocato non poteva che violare le proprie origini. Come in un gioco di società. Di’ una parola e passala al vicino. Quindi bisognava essere parsimoniosi. Ciò che si altera ricordando ha comunque una sua realtà, che la si conosca o meno.
da “La strada“
Qual è la cosa più coraggiosa che tu abbia mai fatto? L’uomo sputò un grumo di catarro e sangue sulla strada. Alzarmi stamattina, disse.
da “La strada“
Tutto bene?, chiese l’uomo. Il bambino annuì. Poi si incamminarono sull’asfalto in una luce di piombo, strusciando i piedi nella cenere, l’uno il mondo intero dell’altro.
da “La strada“
Nessuna lista di cose da fare. Ogni giornata sufficiente a se stessa. Ogni ora. Non c’è un dopo. Il dopo è già qui. Tutte le cose piene di grazia e bellezza che ci portiamo nel cuore hanno un’origine comune nel dolore. Nascono dal cordoglio e dalle ceneri. Ecco, sussurrò al bambino addormentato. Io ho te.
da “La strada“
La gente si lamenta sempre delle cose brutte che gli capitano senza che se le sia meritate ma non parla mai delle cose belle. Di cosa ha fatto per meritarle. Io non ricordo di aver mai dato a nostro Signore motivi particolari per sorridermi. Però lui mi ha sorriso.
da “Non è un paese per vecchi“
Ci vuole molto poco per governare la gente perbene. Molto poco. E la gente cattiva non si può governare affatto. O perlomeno a me risulta che ci sia mai riuscito nessuno.
da “Non è un paese per vecchi“
Pensò che la bellezza del mondo nascondeva un segreto, che il cuore del mondo batteva a un prezzo terribile, che la sofferenza e la bellezza del mondo crescevano di pari passo, ma in direzioni opposte, e che forse quella forbice vertiginosa esigeva il sangue di molta gente per la grazia di un semplice fiore.
da “Cavalli selvaggi“
Le cicatrici hanno lo strano potere di ricordarci che il passato è reale.
da “Cavalli selvaggi“
Il mondo sta in attesa fra il desiderio e la cosa desiderata.
da “Cavalli selvaggi“
I legami più stretti sono quelli creati dalla sofferenza. La comunione più profonda è quella basata sul dolore.
da “Cavalli selvaggi“
Un uomo non riesce a conoscere la propria mente perché la mente è tutto quello che ha per conoscerla. Può conoscere il proprio cuore, ma non vuole. E fa bene. Meglio non guardarci dentro.
da “Meridiano di sangue“
Gli uomini sono nati per giocare. Nient’altro. Tutti i bambini sanno che il gioco è piú nobile del lavoro.
da “Meridiano di sangue“
Le cose separate dalle loro storie non hanno senso. Sono semplici forme. Di una certa dimensione e di un certo colore. Di un certo peso. Quando ne abbiamo perso il significato, non hanno più neppure un nome. La storia, d’altro canto, non può mai venir separata dal luogo al quale appartiene, perché essa è quel luogo.
da “Oltre il confine“
Nulla può venire disprezzato. Perché, vedi, non sappiamo dove stanno i fili. I collegamenti. Il modo in cui è fatto il mondo. Non abbiamo modo di sapere quali sono le cose di cui si può fare a meno. Ciò che può venire omesso. Non abbiamo modo di sapere che cosa può stare in piedi e che cosa può cadere. E quei fili che ci sono ignoti fanno naturalmente parte anch’essi della storia e la storia non ha dimora né luogo d’essere se non nel racconto, è lì che vive e dimora e quindi non possiamo mai aver finito di raccontare. Non c’è mai fine al raccontare.
da “Oltre il confine“