“Non giudicare mai un libro dalla copertina”, dice il proverbio. E non dovremmo nemmeno giudicare un libro dal titolo! Ci sono però libri con titoli un po’ “assurdi”, ma è proprio questo ad attirarci e a domandarci da dove sia uscito e quanto matto deve essere stato l’autore a inventarsi un titolo del genere!
Mio padre era un uomo sulla terra e in acqua una balena di Michelle Steinbeck
“Mio padre era un uomo sulla terra e in acqua una balena” non è solo il titolo di questo romanzo dalle venature surreali e oniriche, un trip da eroina, queste sono anche le prime parole tracciate da Loribeth, la protagonista, che tornata a casa, batte a macchina proprio questa frase. Il padre è fuggito, abbandonandola, e lei non può che mettersi in viaggio portando con sé solo una valigia.
Se una notte a Parigi, una tedesca e un italiano di Federico Iarlori
Federico è il classico trentenne che, stufo della precarietà italiana, decide di trasferirsi all’estero dove trova un lavoro e l’amore. Lei però è tedesca, soprattutto è il suo capo. Dopo il primo bacio, scocca la scintilla, ma arriva anche il licenziamento. Ciò non impedirà ai due di viversi la storia d’amore e di avere un figlio italo-franco-tedesco, emblema dell’Europa unita. In tutto questo Federico dovrà fare i conti con la sua nuova condizione di mammo e la sua innata attitudine alla fuga.
Un romanzo che lascia il buonumore, dalla voce fresca e divertente.
Jón (& le missive che scrisse alla moglie incinta mentre svernava in una grotta & preparava il di lei avvento & dei nuovi tempi) di Ófeigur Sigurðsson
Questo romanzo, vincitore dell’European Union Prize for Literature, racconta le vicende del pastore islandese Jón, realmente esistito, che invia missive alla moglie incinta mentre percorre un’Islanda sconvolta delle esplosioni del vulcano Katla. L’uomo è in fuga perché accusato di aver ucciso il precedente marito della moglie. Lungo la strada, incontra compagni di viaggio che fanno rinascere in lui la speranza di poter accogliere fra le sue braccia la moglie e il figlio in procinto di nascere.
La storia di Jón è una delle più conosciute e raccontate in Islanda, e interpretata con delicatezza da Sigurðsson.
Il centenario che saltò dalla finestra e scomparve di Jonas Jonasson
Prendete un vecchietto che compie il suo centesimo compleanno e che per l’occasione decide di scappare dalla casa di riposo in cui si trova. Arriva alla stazione degli autobus dove ruba la valigia a un giovane biondo e sale sul primo autobus che trova. Lungo il viaggio fa una serie di esilaranti incontri, tra cui imbattersi in Julius Jonsson.
Entrambi sfuggono al giovane biondo e quando aprono la valigia rubata, scoprono che è piena di soldi e decidono di continuare la loro fuga finendo a Bali.
Questa storia ci insegna che non esiste età per vivere un’avventura…Ah, e non perdetevi il film!
I milanesi ammazzano al sabato di Giorgio Scerbanenco
Una ragazza, Donatella, è scomparsa. È bellissima, è bionda e sorride a qualsiasi uomo la guardi. È per questo che il padre, un ex camionista, la tiene nascosta in casa. Eppure, una mattina lei non c’è più. Il caso viene affidato a Duca Lamberti che per la sua indagine si spinge fin nei bassifondi di Milano, tra magnaccia e case d’appuntamento.
L’inconfondibile tristezza della torta al limone di Aimee Bender
Poco prima del suo nono compleanno Rose Edelstein scopre di avere un dono speciale: ogni volta che mangia qualcosa, il sapore che sente è quello delle emozioni provate da chi l’ha preparato mentre lo preparava. Che sia la pasticceria sotto casa o la mensa della scuola, qualsiasi piatto ha il gusto di un sentimento, dalla rabbia alla frustrazione. Ma sono soprattutto le torte preparate da sua madre ad avere un sapore di angoscia e disperazione, prima, e senso di colpa, poi.
E morì con un felafel in mano di John Birmingham
Birmingham ha cambiato casa decine di volte in pochissimi anni, coabitando con l’umanità più disparata e annotando tic, abitudini e follie di ogni suo coinquilino, dall’eterno studente al disadattato. Dai suoi appunti ne è nato questo libro, un romanzo di formazione ironico e dissacrante.
Sulla stessa linea è anche il film uscito nel 2001 e diretto da Lowenstein.
Non superare le dosi consigliate di Costanza Rizzacasa D’Orsogna
Questo è un romanzo di misure e di come superarle possa rappresentare il passo finale per il baratro. Questa è la storia di Matilde, con una madre bulimica, sempre più magra, mentre il suo, di corpo, diventa sempre più pesante, più rotondo. Passa l’adolescenza con l’ossessione per il peso. Finché dopo la morte della madre e i problemi finanziari del padre, supera i centotrenta chili. La vergogna di essere vista e giudicata dagli altri, la induce a chiudersi in casa per ben tre anni, mentre attraverso i social si finge normale, chiedendosi però cosa voglia dire essere “normali”.
La notte in cui morirono gli autobus di Etgar Keret
È una raccolta di ventiquattro micro narrazioni. Anche qui l’autore israeliano mette in scena quell’ironia e quell’assurdità che contraddistinguono la sua penna. I suoi racconti sono caramelle di vita, a volte molto dolci dal cuore amaro, altre volte invece addirittura salate, come nella vita reale, del resto.
Metafisica dei tubi di Amélie Nothomb
La penna della Nothomb non ha bisogno certo di presentazioni, e anche qui la sua voce surreale e ironica emerge mentre racconta della sua infanzia in Giappone, del suo passaggio da “tubo”, immobile e onnipotente come Dio, a creatura collerica, fino a essere umano con la capacità di articolare pensieri.
Una non-biografia della Nothomb bambina, in cui dentro ci sono metafore e paradossi irriverenti.
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