L’autrice abruzzese vince la LXXVIII edizione del più influente premio letterario italiano, con un romanzo vibrante in cui madre s’impegna a ricostruire un rapporto con la figlia ventenne durante il lockdown per il coronavirus.
“Voglio solo promettere che userò le mie voci scritta e orale in difesa di dei diritti per cui la mia generazione di donne ha molto lottato e che oggi trovo non più scontati”
Queste le prime parole Donatella Di Pietrantonio pronunciate dal palco del Ninfeo di Villa Giulia, a Roma, dove è stata appena proclamata vincitrice del Premio Strega 2024, con il romanzo L’età fragile, e dopo aver ricevuto il simbolico premio con la bottiglia del Liquore Strega che dà il nome al premio.
Ha poi aggiunto «Ringrazio la Fondazione Bellonci e gli Amici della Domenica, i miei compagni e compagne di viaggio, di cui ho già nostalgia, il mio editore come squadra, perché la scrittura è un atto molto solitario ma il libro come prodotto finale è la risultante di un lavoro di squadra fatto con grande professionalità e grande amore».
Il romanzo narra del travagliato rapporto tra una madre borghese, ma originaria di un paese montanaro dell’Abruzzo, e la giovane figlia che cerca un futuro a Milano. Al Nord la ragazza subirà un’aggressione che la segnerà nella mente e ne bloccherà quiete e fiducia verso il prossimo (maschile). Intanto la madre ripensa e racconta il brutale omicidio di due ragazzine avvenuto trent’anni prima tra le terre di montagna abitate da pecorai e dell’amica carissima che dalla violenza del bruto straniero si salvò fingendosi morta e poi scappando nel buio.
Il pluriomicidio a cui si rifà la trama dell’Età fragile è un fatto di cronaca sconvolgente che sembra come un po’ dimenticato da tutto il carrozzone della nera in tv. Si tratta del delitto del Morrone, avvenuto nel parco della Maiella il 20 agosto del 1997, quando un pastore macedone sequestrò, violentò e uccise due giovanissime escursioniste venete, mentre una terza si salvò proprio fingendosi morta e fuggendo.
Chi è Donatella Di Pietrantonio
Nata il 5 gennaio 1962 ad Arsita, in provincia di Teramo, si laurea in odontoiatria a L’Aquila e per anni esercita come dentista pediatrica. L’esordio nella letteratura arriva nel 2011 quando pubblica il primo romanzo Mia madre è un fiume, dedicato alla sua terra natale, seguito nel 2013 da **Bella mia**, incentrato sull’Aquila, anche in conseguenza del terremoto che aveva colpito la città nel 2009 (per quest’opera sarà candidata per la prima volta allo Strega e vincerà il premio Brancati).
La vera svolta avviene nel 2017 quando Einaudi pubblica L’Arminuta, romanzo in cui la protagonista tredicenne viene rispedita da quelli che credeva i suoi genitori a ritrovare invece la vera famiglia d’origine (il titolo significa, in dialetto, “la ritornata”. Il libro vince il Premio Campiello e nel 2021 ne è stato tratto un film, diretto da Giuseppe Bonito, per il quale Di Pietrantonio si è aggiudicata un David di Donatello per la sceneggiatura scritta con Monica Zapelli.
Nel 2020 pubblica poi Borgo Sud (già finalista allo Strega 2021), che riprende le storie delle sorelle protagoniste de L’Arminuta, ormai divenute donne volitive e travagliate, e nel 2013 è venuto il turno de L’età fragile, appunto, trionfatore del Premio Strega 2024
L’età fragile
Donatella Di Pietrantonio
Non esiste un’età senza paura. Siamo fragili sempre, da genitori e da figli, quando bisogna ricostruire e quando non si sa nemmeno dove gettare le fondamenta. Ma c’è un momento preciso, quando ci buttiamo nel mondo, in cui siamo esposti e nudi, e il mondo non ci deve ferire. Per questo Lucia, che una notte di trent’anni fa si è salvata per un caso, adesso scruta con spavento il silenzio di sua figlia. Quella notte al Dente del Lupo c’erano tutti. I pastori dell’Appennino, i proprietari del campeggio, i cacciatori, i carabinieri. Tutti, tranne tre ragazze che non c’erano più. Amanda prende per un soffio uno degli ultimi treni e torna a casa, in quel paese vicino a Pescara da cui era scappata di corsa. A sua madre basta uno sguardo per capire che qualcosa in lei si è spento: i primi tempi a Milano aveva le luci della città negli occhi, ora sembra che desideri soltanto scomparire, si chiude in camera e non parla quasi. Lucia vorrebbe tenerla al riparo da tutto, anche a costo di soffocarla, ma c’è un segreto che non può nasconderle. Sotto il Dente del Lupo, su un terreno che appartiene alla loro famiglia e adesso fa gola agli speculatori edilizi, si vedono ancora i resti di un campeggio dove tanti anni prima è successo un fatto terribile. A volte il tempo decide di tornare indietro: sotto a quella montagna che Lucia ha sempre cercato di dimenticare, tra i pascoli e i boschi della sua età fragile, tutti i fili si tendono. Stretta fra il vecchio padre così radicato nella terra e questa figlia più cocciuta di lui, Lucia capisce che c’è una forza che la attraversa.
La classifica finale del Premio Strega 2024
Con 189 voti su 644, la scrittrice abruzzese che nel 2017 aveva sorpreso il mondo letterario con L’Arminuta (tradotto in più di 30 Paesi; Premio Campiello, Premio Napoli e premio Alassio) ha sbaragliato gli altri 5 finalisti, staccando Dario Voltolini, con Invernale (La nave di Teseo, 143 preferenze) e Chiara Valerio, che era entrata in sestina con il suo Chi dice e chi tace (Sellerio, 138 voti). Tutti e tre erano considerati possibili vincitori, con le due scrittrici superfavorite. Una vittoria attesa dato che già accedendo alla sestina, con 248 voti, quello di Di Pietrantonio era stato il libro più votato, oltre ad aver vinto, il giorno prima della proclamazione dei finalisti a Benevento, lo Strega Giovani 2024.
Seguono nella classifica definita dal voto di 644 aventi diritto (su 700, il 92%), Raffaella Romagnolo con Aggiustare l’universo (Mondadori), 83 voti; Paolo Di Paolo con Romanzo senza umani (Feltrinelli), 66 voti; e Tommaso Giartosio con Autobiogrammatica (minimum fax), 25 voti.
Il premio
Lo Strega è un riconoscimento che ogni anno viene assegnato a un libro uscito nell’anno precedente. È il più rilevante premio letterario italiano, sia per la sua storia – esiste dal 1947 – sia perché è più o meno l’unico che influenza significativamente le vendite dei libri. Le librerie sono solite esporre i libri candidati e poi quello vincitore con apposite fascette gialle che segnalano la partecipazione al concorso, e moltissime persone li acquistano dando fiducia alla sua capacità di selezionare opere meritevoli.
È la tredicesima volta che il premio Strega viene assegnato a un libro scritto da una donna dalla prima edizione. L’anno scorso il libro vincitore era stato Come d’aria di Ada d’Adamo (Elliot). Negli ultimi vent’anni è la sesta volta che un libro pubblicato da Einaudi ottiene lo Strega: è la casa editrice che se lo è aggiudicato più spesso dal 2000 a oggi.
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