Oltre un milione di copie vendute negli Usa, tra i libri dell’anno preferiti da Barack Obama, in corso l’adattamento per il cinema di Steven Spielberg, esce oggi il nuovo romanzo di James McBride, nella traduzione di Silvia Castoldi.
“Chona non è mai stata una persona che segue le regole della società americana. Non viveva il mondo come la maggior parte delle persone. Per lei il mondo non era un armadio di porcellana dove ammirare questo e non toccare quello. Piuttosto, lo vedeva come un luogo in cui ogni atto della vita era un’opportunità di migliorare il mondo.”
Votato come uno dei migliori cento libri degli ultimi venticinque anni dai lettori del «New York Times» e per oltre trenta settimane consecutive stabile ai vertici delle classifiche di vendita americane, L’Emporio del cielo e della terra è un romanzo potente, intriso di speranza: un inno alla forza salvifica dell’amore che dimostra come la solidarietà sia in grado di abbattere tutti i muri.
Un romanzo per chi vuole superare i pregiudizi e le ingiustizie sociali e James McBride, uno degli autori americani contemporanei più brillanti, già vincitore del National Book Award, con estrema bravura, si serve dei suoi personaggi per comunicare un messaggio che è universale.
«McBride fotografa in modo brillante un paese che sta cambiando rapidamente, attraverso gli occhi di chi è arrivato da poco e di chi prima era schiavo e ci lascia un importante promemoria: anche in situazioni apparentemente impossibili, anche nel mezzo dei progetti più malvagi dell’umanità, l’amore, la comunità e l’azione possono salvarci».
L’emporio del cielo e della terra
James McBride
Nell’America degli anni Trenta, il quartiere di Chicken Hill a Pottstown, Pennsylvania, è una vivace comunità in cui persone di colore e immigrati ebrei convivono condividendo sogni e sofferenze. I coniugi Moshe e Chona, originari dell’Est Europa, sono profondamente legati alla gente del posto, che aiutano sempre come possono, e nel tempo sono diventati un punto di riferimento per tutti. Un giorno bussano alla loro porta i vicini Nate e Addie: il nipote Dodo, un ragazzino di dodici anni rimasto sordo in seguito a un incidente domestico, è in pericolo; sua madre è venuta a mancare, il piccolo ora è orfano e gli zii hanno ricevuto una lettera. Dodo verrà prelevato dalle autorità per essere mandato in un istituto speciale per ragazzi con problemi. Moshe e Chona accettano di nasconderlo, ma in seguito a una soffiata si reca sul posto Doc Roberts, un medico bianco e razzista che finisce per aggredire la donna mentre Dodo, unico testimone, viene portato via dalla polizia. Non tutto, però, è perduto…
La trama
Anni Trenta. Siamo nel quartiere di Chicken Hill a Pottstown, Pennsylvania, abitato principalmente da persone di colore e immigrati ebrei, tra cui i coniugi Moshe e Chona. Lui è proprietario di un club che decide di aprire anche alle persone di colore, lei gestisce un minimarket. La coppia è profondamente legata alla comunità del quartiere, che aiuta sempre come può. In particolare, i due decidono di aiutare Nate e Addie, che hanno accolto il nipote Dodo dopo la morte della madre.
Dodo è un bambino di dodici anni rimasto sordo in seguito a un incidente domestico, e dopo la morte di sua madre è arrivata una lettera: verrà prelevato dallo Stato per essere mandato in un istituto speciale per ragazzi con problemi. Moshe e Chona decidono di nasconderlo in casa loro. Ma, in seguito a una soffiata, si reca sul posto Doc Roberts, un medico bianco e razzista che finisce per attaccare la donna e violentarla, mentre Dodo, unico testimone, viene portato via dalla polizia sopraggiunta sul luogo.
Mai come in questo romanzo è palese quanto la gente di Chicken Hill debba lottare per sopravvivere ai margini di un’America che rifiuta neri e immigrati.
Quando la verità viene finalmente svelata su ciò che è accaduto a Chicken Hill e sul ruolo che i bianchi della città hanno avuto, la storia ci mostra che, anche nei momenti più bui, sono l’amore, la condivisione e la generosità a sostenere ogni essere umano.
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