Le citazioni più belle tratte dai libri di Luigi Pirandello
Luigi Pirandello è stato un drammaturgo, scrittore e poeta italiano, insignito del Premio Nobel per la letteratura nel 1934. Per la sua produzione, i temi affrontati e l’innovazione del racconto teatrale è considerato tra i più importanti drammaturghi del XX secolo.
Un desiderio vago, come un’aura dell’anima, aveva schiuso pian piano per lei, come per me, una finestra nell’avvenire.
da “Il fu Mattia Pascal“
Nell’oggetto, insomma, noi amiamo quel che vi mettiamo di noi, l’accordo, l’armonia che stabiliamo tra esso e noi, l’anima che esso acquista per noi soltanto e che è formata dai nostri ricordi.
da “Il fu Mattia Pascal”
La vita è tutta una bestialità, e allora dica un po’ lei che cosa significa il non averne commessa nessuna: significa per lo meno non aver vissuto.
da “Il fu Mattia Pascal”
Avevo già sperimentato come la mia libertà, che a principio m’era parsa senza limiti, ne avesse purtroppo nella scarsezza del mio denaro; poi m’ero anche accorto ch’essa più propriamente avrebbe potuto chiamarsi solitudine e noja, e che mi condannava a una terribile pena: quella della compagnia di me stesso.
da “Il fu Mattia Pascal”
Amicizia vuol dire confidenza.
da “Il fu Mattia Pascal”
Potei sperimentare che l’uomo, quando soffre, si fa una particolare idea del bene e del male, e cioè del bene che gli altri dovrebbero fargli e a cui egli pretende, come se dalle proprie sofferenze gli derivasse un diritto al compenso, e del male che egli può fare a gli altri, come se parimenti dalle proprie sofferenze vi fosse abilitato.
da “Il fu Mattia Pascal“
La vera solitudine è in un luogo che vive per sé e che per voi non ha traccia né voce, e dove dunque l’estraneo siete voi.
da “Uno, nessuno e centomila”
Una realtà non ci fu data e non c’è, ma dobbiamo farcela noi, se vogliamo essere: e non sarà mai una per tutti, una per sempre, ma di continuo e infinitamente mutabile.
da “Uno, nessuno e centomila“
Vedere le cose con occhi che non potevano sapere come gli altri occhi intanto le vedevano. Parlare per non intendersi. Non valeva più nulla essere per sé qualche cosa. E nulla più era vero, se nessuna cosa per sé era vera.
da “Uno, nessuno e centomila”
Non è altro che questo, epigrafe funeraria, un nome. Conviene ai morti. A chi ha concluso. Io sono vivo e non concludo. La vita non conclude
da “Uno, nessuno e centomila”
Ogni fantasma, ogni creatura d’arte, per essere, deve avere il suo dramma, cioè un dramma di cui esso sia personaggio e per cui è personaggio. Il dramma è la ragion d’essere del personaggio; è la sua funzione vitale: necessaria per esistere.
da “Sei personaggi in cerca d’autore”
Chi ha la ventura di nascere personaggio vivo, può ridersi anche della morte. Non muore più! […] Chi era Sancho Panza? Chi era don Abbondio? Eppure vivono eterni, perché – vivi germi – ebbero la ventura di trovare una matrice feconda, una fantasia che li seppe allevare e nutrire, far vivere per l’eternità!.
da “Sei personaggi in cerca d’autore”
Signore, ciascuno – fuori, davanti agli altri – è vestito di dignità: ma dentro di sè sa bene tutto ciò che nell’intimità con se stesso si passa, d’inconfessabile.
da “Sei personaggi in cerca d’autore”
Un personaggio, signore, può sempre domandare a un uomo chi è. Perché un personaggio ha veramente una vita sua, segnata di caratteri suoi, per cui è sempre «qualcuno». Mentre un uomo – non dico lei, adesso – un uomo così in genere, può non essere «nessuno».
da “Sei personaggi in cerca d’autore”
Perché trovarsi davanti a un pazzo sapete che significa? Trovarsi davanti a uno che vi scrolla dalle fondamenta tutto quanto avete costruito in voi, attorno a voi, la logica, la logica di tutte le vostre costruzioni!
da “Enrico IV”
L’uomo prova un’istintiva gratitudine per la donna che, sacrificando un po’ del suo pudore, dimostra di voler piacere a uno solo sfidando la malignità degli altri.
da “Così è (se vi pare)”